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1:36 pm, 17 Aprile 23 calendario

Balneari, alla Corte Giustizia Ue il caso Italia. “Rischio deferimento”

Di: Redazione Metronews
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La Commissione Ue vuole dall’Italia un cambio di rotta sulle concessioni balneari. E per farlo porta avanti la procedura d’infrazione con l’invio all’Italia di un parere motivato, ossia una richiesta formale di conformarsi al diritto dell’Unione.

La questione balneari, l’Italia e la Ue

Il parere, che era atteso già per mercoledì, arriverà dopo la sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione europea che si pronuncerà proprio su un ricorso riguardo le concessioni balneari giovedì prossimo. E’ probabile quindi, salvo interventi italiani, che la Commissione si attivi il mese prossimo.

«Il comune di Ginosa, con decisione del 24 dicembre 2020, ha prorogato sul proprio territorio le concessioni di occupazione del demanio pubblico marittimo. Ritenendo che tale decisione fosse contraria ai principi della concorrenza e della libertà di stabilimento, l’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm) ha notificato al comune di Ginosa un parere motivato, ricordandogli l’esigenza di una procedura preliminare di appalto pubblico e rilevando che le disposizioni nazionali che prorogano automaticamente le concessioni devono restare inapplicate», si legge nella presentazione dell’udienza in programma alla Corte di Lussemburgo.

«Poichè il comune di Ginosa non si è conformato al parere, l’Agcm ha presentato al Tar della Puglia un ricorso diretto all’annullamento della decisione. Pur ritenendo che le disposizioni nazionali siano incompatibili con la direttiva 2006/123 relativa ai servizi nel mercato interno, il Tar della Puglia dubita del carattere di autoesecutività della direttiva e dell’effetto di esclusione di norme nazionali contrarie. Inoltre, il Tar non condivide l’opinione del Consiglio di Stato italiano secondo cui la direttiva 2006/123 è una direttiva di liberalizzazione e non di armonizzazione. Il Tribunale amministrativo regionale della Puglia ne deduce che tale direttiva avrebbe dovuto essere adottata all’unanimità e non alla maggioranza dei voti del Consiglio», si legge ancora nella nota. «Il Tar della Puglia pone pertanto alla Corte di giustizia diverse questioni pregiudiziali volte a verificare il campo di applicazione della direttiva, la sua validità, la sua natura e gli effetti della sua applicazione».

I giudici di Lussemburgo si pronunceranno in merito giovedì alle 9.30. E, anche sulla base della loro decisione, la Commissione europea deciderà come intervenire.

“Campanella dell’ultimo giro”

«L’Italia rischia di essere deferita alla Corte di Giustizia Ue per la proroga delle concessioni balneari, dopo 28 mesi di procedura d’infrazione. Ecco quanto costa la propaganda del governo e la difesa di una lobby a danno dell’efficienza dei servizi, del benessere dei cittadini, e delle tasche degli italiani, che saranno costretti a pagare le scelte anti concorrenza del governo, preoccupato a difendere gli interessi di pochi piuttosto che il bene di tutti». Lo scrive su Twitter il segretario di +Europa Riccardo Magi.

«La Commissione Ue ha suonato la campanella dell’ultimo giro sulla vicenda dei balneari italiani che si trascina da quasi 15 anni – dice Osvaldo Napoli, della segreteria nazionale di Azione – O il governo decide di mettere a fare le concessioni, valutando la valorizzazione degli investimenti fatti nel tempo, oppure la Commissione farà ricorso alla Corte di Giustizia del Lussemburgo e, a quel punto, si aprirà la procedura d’infrazione, si suppone abbastanza onerosa per i contribuenti italiani. La presidente Meloni ha una spina in maggioranza: è quella di Matteo Salvini, contrario alla Bolkestein e dunque alla messa a gara delle concessioni. Salvo, è ovvio, invocare più solidarietà dall’Europa in materia di immigrazione. Niente di diverso, insomma, da Orban».

“Mentre la Commissione Europea è costretta a tornare alla carica perché l’Italia, sul tema dei balneari, applichi le norme della direttiva Bolkestein, il Governo Meloni tergiversa, difendendo le lobby che fanno affari d’oro. Prima non ha toccato gli extraprofitti delle società energetiche, e adesso difende le concessioni balneari di chi paga poche migliaia di euro anno mentre fattura milioni di euro. Questione che lo stesso Briatore ha confessato, spiegando che dovrebbe pagare molto di piú dei quattro soldi che versa per la sua concessione al Twiga, che copre con gli incassi di meno di mezza giornata”. Così il co-portavoce nazionale di Europa Verde e deputato di Avs Angelo Bonelli. “Ricordiamo che non mettersi in regola con la Bolkestein – continua Bonelli – non solo porterà a nuova sentenza da parte della Corte di giustizia Ue che potrebbe avere gravi conseguenze e dovrà essere pienamente presa in considerazione, ma mette a rischio anche il versamento delle rate del Pnrr. Per questo chiediamo che il Governo Meloni la smetta di difendere le lobby togliendo risorse alle priorità dell’Italia”.

Balneari, Salvini: “Garantire chi lavora da tanto tempo in spiaggia”

“Noi vogliamo garantire ai balneari che vogliono continuare a lavorare in uno stabilimento balneare che gestiscono da tanti anni il fatto che possano continuare a farlo”. Così, rispondendo ad una domanda dei giornalisti, il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini a margine di un incontro elettorale a Pietrasanta (Lucca), a sostegno della ricandidatura del sindaco Alberto Giovanetti. “Se qualcuno è stanco e non se la sente più – ha aggiunto il leader della Lega – è giusto che chieda l’indennizzo per tutti gli investimenti fatti su quella spiaggia. Se uno se la sente e ha voglia di andare avanti, magari con i suoi figlioli o i suoi nipoti, deve poterlo fare. Perché non può valere solo il criterio economico che ti porta la prima multinazionale di turno ad appropriarsi delle spiagge. Io personalmente sto lavorando anche per una mappatura delle spiagge e delle coste italiane per garantire chi lavora da tanto tempo in spiaggia di continuare a farlo”.

17 Aprile 2023
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