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10:35 am, 20 Aprile 23 calendario

Balneari, la Corte Giustizia Ue boccia l’Italia: “Applicare direttive”. La Commissione: “Meloni assicura sull’attuazione”

Di: Redazione Metronews
Meloni migranti
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«Le concessioni di occupazione delle spiagge italiane non possono essere rinnovate automaticamente ma devono essere oggetto di una procedura di selezione imparziale e trasparente». E’ quanto ha deciso la Corte di Giustizia dell’Unione europea pronunciandosi su ricorso dell’Autorità garante della concorrenza contro il Comune di Ginosa. «I giudici nazionali e le autorità amministrative sono tenuti ad applicare le norme pertinenti di diritto dell’Unione, disapplicando le disposizioni di diritto nazionale non conformi alle stesse», affermano i giudici di Lussemburgo.

I balneari, il Governo e la Ue

Con la sua sentenza odierna, la Corte Ue dichiara, in primo luogo, che «la direttiva si applica a tutte le concessioni di occupazione del demanio marittimo, a prescindere dal fatto che esse presentino un interesse transfrontaliero certo o che riguardino una situazione i cui elementi rilevanti rimangono tutti confinati all’interno di un solo Stato membro». In secondo luogo, «il diritto dell’Unione non osta a che la scarsita delle risorse naturali e delle concessioni disponibili sia valutata combinando un approccio generale e astratto, a livello nazionale, e un approccio caso per caso, basato su un’analisi del territorio costiero del comune in questione. E’ necessario che i criteri adottati da uno Stato membro per valutare la scarsità delle risorse naturali utilizzabili si basino su parametri obiettivi, non discriminatori, trasparenti e proporzionati», affermano i giudici.

In terzo luogo, «dall’esame non e emerso alcun elemento idoneo ad inficiare la validità della direttiva relativa ai servizi nel mercato interno. Poiché, da un lato, il fondamento giuridico di un atto deve basarsi sul suo scopo e sul suo contenuto e, dall’altro, la direttiva ha l’obiettivo di agevolare l’esercizio della liberta di stabilimento dei prestatori nonche la libera circolazione dei servizi, il Consiglio ha correttamente deliberato a maggioranza qualificata, conformemente alle disposizioni del Trattato», si legge nella sentenza riguarda alla procedura con cui è stata approvata la direttiva.

In quarto luogo, «l’obbligo, per gli Stati membri, di applicare una procedura di selezione imparziale e trasparente tra i candidati potenziali, nonche il divieto di rinnovare automaticamente un’autorizzazione rilasciata per una determinata attivita sono enunciati in modo incondizionato e sufficientemente preciso dalla direttiva. Poiche tali disposizioni sono produttive di effetti diretti, i giudici nazionali e le autorita amministrative, comprese quelle comunali, sono tenuti ad applicarle, e altresi a disapplicare le norme di diritto nazionale non conformi alle stesse», insiste la Corte.

Secondo il diritto dell’Unione – si legge nella nota stampa della Corte Ue – per l’assegnazione di concessioni di occupazione del demanio marittimo, gli Stati membri devono applicare una procedura di selezione tra i candidati potenziali qualora il numero di autorizzazioni disponibili per una determinata attivita sia limitato per via della scarsita delle risorse naturali. L’autorizzazione e rilasciata per una durata limitata adeguata e non puo prevedere la procedura di rinnovo automatico.

Il rinnovo della legge 2018

Sebbene tali disposizioni siano state recepite nell’ordinamento giuridico italiano, una legge del 2018 ha previsto che le concessioni in essere fossero prorogate fino al 31 dicembre 2033, al fine di disporre del tempo necessario allo svolgimento di tutte le attivita essenziali per la riforma delle concessioni.
Conformemente a tale legge, il Comune di Ginosa ha prorogato, con delibera del 24 dicembre 2020, le concessioni di occupazione del demanio marittimo nel suo territorio. Ritenendo che tale delibera violasse i principi di concorrenza e liberta di stabilimento, l’Autorita Garante della Concorrenza e del mercato (Agcm) ha notificato a detto comune un parere motivato, ricordandogli l’obbligo di una previa procedura ad evidenza pubblica e rilevando che le disposizioni nazionali di proroga automatica delle concessioni dovevano essere disapplicate.

Poiche il Comune di Ginosa non si e adeguato al suo parere, l’Agcm ha adito il Tribunale amministrativo regionale per la Puglia con un ricorso diretto all’annullamento della delibera comunale. Pur ritenendo che le disposizioni nazionali siano incompatibili con la direttiva 2006/123 relativa ai servizi nel mercato interno, il Tribunale amministrativo regionale per la Puglia dubita del carattere auto-esecutivo della direttiva e dell’effetto di esclusione delle norme nazionali difformi.

Inoltre, il giudice dissente dall’orientamento del Consiglio di Stato italiano secondo cui la direttiva 2006/123 e una direttiva di liberalizzazione e non gia di armonizzazione. Da cio il Tribunale amministrativo regionale per la Puglia deduce che tale direttiva avrebbe dovuto essere adottata all’unanimita e non gia a maggioranza dei voti del Consiglio. Il Tribunale amministrativo regionale per la Puglia sottopone, di conseguenza, alla Corte di giustizia varie questioni pregiudiziali dirette a verificare l’ambito di applicazione, la validita, la natura e gli effetti dell’applicazione della direttiva. Questioni che hanno dato luogo alla sentenza odierna.

Ue: “Meloni ha assicurato sull’attuazione della direttiva europea”

«Siamo in stretto contatto con le autorità nazionali per seguire il dossier. Il commidsario Breton è stato in Italia la scorsa settimana, ha avuto una riunione con la premier Meloni e ha sollevato la questione che è molto importante per l’economia italiana. E la premier ha assicurato che le autorità italiane assicureranno molto presto l’applicazione della legge europea». Lo ha dichiarato la portavoce della Commissione europea, Sonya Gospodinova, commentando la sentenza dei giudici di Lussemburgo sull’applicazione della direttiva Bolkestein.

«Anche alla luce della sentenza della Corte vuol dire che le autorità nazionali allineeranno la legge italiana con le regole europee. Continuiamo a monitoriamo direttamente e in maniera stretta il caso e restiamo in contatto con le autorità italiane», ha aggiunto.

La Lega: ” Niente scarsità, niente Bolkestein”

«La sentenza della Corte di Giustizia europea dà ragione all’approccio che da anni la Lega e io personalmente, già da ministro, portiamo avanti. Conferma, infatti, che l’eventuale applicazione della direttiva sulla concorrenza anche alle concessioni balneari italiane passa per la verifica della scarsità delle risorse a livello nazionale, non solo o non tanto a livello locale. Una scarsità che, di fronte a 8mila chilometri di coste, è evidentemente inesistente. Quindi: niente scarsità, niente Bolkestein». Così il vicepresidente del Senato Gian Marco Centinaio (Lega).

FdI: “Presto la mappatura delle aree demaniali”

«La sentenza di oggi della Corte di Giustizia Ue sui balneari è da leggere attentamente. Se da un lato ribadisce alcuni principi già noti, dall’altro conferisce piena legittimità e rafforza l’utilità del lavoro impostato dal governo con il tavolo tecnico, che sarà chiamato a breve a predisporre la mappatura delle aree demaniali. Su questa base, siamo certi, il governo potrà continuare il dialogo in corso con la Commissione Ue, al fine di arrivare in tempi brevi ad una normativa che definisca una volta per tutte la questione, garantendo un quadro certo agli operatori e alle amministrazioni coinvolte». Così Gianluca Caramanna, capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione Attività produttive e responsabile del Dipartimento Turismo del partito.

Calenda: “Il Governo prende in giro i balneari e i cittadini”

«Era ovvio. Il Governo prende in giro i balneari e i cittadini. Occorre un meccanismo di gara che premi chi lavora direttamente nella concessione e rivedere i canoni irrisori». Lo scrive sui social Carlo Calenda, leader di Azione, commentando il no della Corte di Giustizia dell’Unione europa al rinnovo automatico delle concessioni.

“La Corte di Giustizia europea conferma quello che noi sosteniamo da anni, ovvero che in Italia esiste un monopolio di stabilimenti balneari che sono stati dati in concessione in assenza di gara – dice Angelo Bonelli dei Verdi – Ed è assolutamente falso quello che sostiene la Lega sulla scarsitá di spiagge nel nostro Paese anzi, secondo le elaborazioni condotte su dati del Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibile, in Italia le coste sabbiose sono lunghe circa 3.400 chilometri e quasi il 43% di queste è occupato da stabilimenti balneari”. “Di fatto stanno tutelando i privilegi di chi paga poche migliaia di euro mentre fattura milioni di euro. Visto che lo Stato incassa soltanto 107 milioni di euro anno dalle concessioni balneari, mentre il fatturato complessivo è di 7 miliardi di euro, con un tasso di evasione altissimo. Quindi questa sentenza conferma che il Governo Meloni ancora una volta ha preso una cantonata aprendo un conflitto con la Ue dal punto di vista del diritto, uscendone sconfitta”.

20 Aprile 2023
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