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4:02 pm, 28 Settembre 23 calendario

A settembre in calo il clima di fiducia di consumatori e imprese

Di: Redazione Metronews
A settembre in calo
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A settembre in calo sia il clima di fiducia dei consumatori (l’indice passa da 106,5 a 105,4) sia l’indice composito del clima di fiducia delle imprese, che scende da 106,7 a 104,9. Lo rileva l’Istat, spiegando che per i consumatori l’indice «si riduce per il terzo mese consecutivo raggiungendo il valore più basso dallo scorso giugno». L’istituto evidenzia «un deciso peggioramento dei giudizi sulla situazione economica generale, un aumento delle attese sulla disoccupazione e un miglioramento delle valutazioni attinenti la situazione finanziaria della famiglia». Sul fronte imprese, la diminuzione dell’indice di fiducia si estende a tutti i settori di attività, con l’eccezione delle costruzioni. L’indice complessivo si attesta sullo stesso valore di ottobre 2022. Nel dettaglio, tra le serie componenti l’indice di fiducia dei consumatori emergono segnali negativi dalle variabili che si riferiscono alla situazione economica generale mentre è presente una maggiore eterogeneità tra le variabili che si riferiscono alla situazione personale.

A settembre in calo la fiducia

Con riferimento alle imprese, per tutti i comparti indagati si stima una riduzione dell’indice di fiducia ad eccezione delle costruzioni. Più in dettaglio, l’indice di fiducia scende nella manifattura da 97,7 a 96,4, nei servizi da 103,5 a 100,5 e nel commercio da 108,7 a 107,3. Nelle costruzioni l’indice sale leggermente da 160,2 a 160,9. Quanto alle componenti degli indici di fiducia, nella manifattura e nei servizi tutte le variabili peggiorano. Nel commercio al dettaglio i giudizi sulle vendite si deteriorano marcatamente mentre le relative attese diminuiscono lievemente in presenza di un calo delle scorte. Per quanto attiene alle costruzioni, i giudizi sugli ordini/piani di costruzioni sono improntate all’ottimismo mentre le aspettative sull’occupazione presso l’azienda registrano una dinamica negativa. In base ai giudizi forniti dagli imprenditori sulle condizioni di accesso al credito bancario, si stima un peggioramento delle condizioni nel terzo trimestre 2023.

Consumatori: “Brusco risveglio”

L’Unione nazionale consumatori parla di «effetto realtà» commentando il calo della fiducia dei consumatori a settembre stimato dall’Istat. «Un brusco risveglio dopo le vacanze di luglio e agosto – afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unc – un ritorno alle quotidiane difficoltà, come quelle di far quadrare i conti e combattere contro il carovita e il caro-carburanti. Non per niente crollano sia i giudizi che le attese sulla situazione economica della famiglia. Non va meglio, però, per il giudizio sulla situazione economica dell’Italia che precipita da -77,8 a -91,5, mentre reggono per ora le attese, attese però che il Governo Meloni non può più permettersi di disattendere con la propaganda, come la sigla del patto anti-inflazione che firmerà oggi. Servono i fatti e i risultati», conclude Dona. Il calo generalizzato rilevato per la fiducia di famiglie e imprese nel mese di settembre «è presumibilmente espressione del permanere di una fase di estrema debolezza del quadro economico, caratterizzato ancora da molteplici elementi d’incertezza, più che la spia dell’inizio di una fase recessiva». È il commento dell’Ufficio studi di Confcommercio.

“Un autunno freddo”, secondo Confesercenti

«Dopo la battuta di arresto estiva, i dati sul clima di fiducia di settembre diffusi da Istat preannunciano, purtroppo, un autunno freddo per famiglie e imprese: crolla l’indice di fiducia che per i consumatori si riduce di 1 punto segnando il quarto calo consecutivo, mentre quello delle imprese diminuisce di ben 1,8 punti e si colloca al livello più basso degli ultimi 2 anni con ottobre 2022. Si evidenzia un quadro molto incerto, con la perdita di potere di acquisto delle famiglie che condiziona pesantemente l’andamento dei consumi peggiorandone la quota di apporto al Pil, la più bassa dal 2000. Il varo della Nadef conferma che le prospettive sono, purtroppo, in peggioramento». Così, in una nota, Confesercenti. «Auspichiamo che con la legge di bilancio si possano allargare le maglie di una manovra fortemente condizionata dalle criticità del nostro debito pubblico – spiega ancora Confesercenti – nel 2023 la quota di debito pubblico peserà, infatti, su ogni cittadino per più di 48.000 euro, era di 34.000 nel 2013 e di 40.000 nel 2019. Mentre lo spread è già in risalita».

Cna: “Sempre più rischio recessione”

«Il calo registrato dall’Istat nel clima di fiducia delle imprese, oltre che dei consumatori, è particolarmente allarmante. Ma rispecchia i timori espressi da tempo dalla nostra Confederazione, sulla scorta delle impressioni dell’ossatura del sistema produttivo italiano, da noi rappresentato. In particolare riteniamo che la sfiducia discenda dalle conseguenze della politica del credito condotta dalla Banca centrale europea e anche dal comportamento, in parte conseguente, delle banche italiane». Lo afferma Cna in una nota. «Del resto – afferma Cna – i dati della Bce rivelano che i prestiti alle imprese, se frenano in tutta Europa, fanno segnare nel nostro Paese la contrazione più forte dal 2004 a questa parte: una flessione che ha toccato il 6,4% ad agosto su luglio, dopo il calo del 3,9% di luglio rispetto al mese precedente. Una caduta legata alla stretta monetaria targata dalla Bce ma anche dalle condizioni più stringenti imposte dalle banche e di conseguenza a una minore richiesta da parte delle imprese. Una situazione che porta a un calo degli investimenti e dei consumi e, come in tutta Europa, lascia presagire il rischio recessione».

28 Settembre 2023
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