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12:39 pm, 18 Dicembre 23 calendario
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Censimento, continua il calo delle nascite: -31,8% rispetto al 2008

Di: Redazione Metronews
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I nati residenti in Italia sono 393mila nel 2022, con un tasso di natalità del 6,7 per mille. Si rilevano quasi 7mila nascite in meno rispetto al 2021 (-1,7%), e ben 183mila in meno (-31,8%) rispetto al 2008, anno in cui il numero dei nati vivi registrò il più alto valore dall’inizio degli anni Duemila.

È quanto emerge dal report Popolazione residente e dinamica demografica dell’Istat, per il 2022. I nati da genitori entrambi stranieri sono 53mila e costituiscono il 13,5% del totale dei nati.

L’incidenza è più elevata nelle Regioni del Nord (19,3%) dove la presenza straniera è più radicata e, in misura minore, in quelle del Centro (15,1%); nel Mezzogiorno è invece inferiore (5,4%). I nati da genitori in cui almeno uno dei partner è straniero (20,9% del totale dei nati) continuano a decrescere nel 2022, attestandosi a 82mila unità. La diminuzione delle nascite è in gran parte determinata dal calo della popolazione femminile nelle età convenzionalmente considerate riproduttive (dai 15 ai 49 anni), oltre che dalla continua diminuzione della fecondità.

Cala il numero medio di figli per donna

Nel 2022 il numero medio di figli per donna è pari a 1,24, valore in lieve calo rispetto all’anno precedente (1,25) e in linea con il trend decrescente in atto dal 2010, anno in cui si registrò il massimo relativo di 1,44 figli per donna. Il Centro presenta la fecondità più bassa, pari a 1,15 figli per donna; era 1,19 nel 2021. Il Nord e il Mezzogiorno registrano nel 2022 un uguale livello di fecondità (1,26), risultato di due variazioni opposte rispetto all’anno precedente: un calo nel Nord (da 1,28 nel 2021) e un aumento nel Mezzogiorno (da 1,25). Nel Nord, dove la fecondità negli anni Duemila era aumentata, i livelli di fecondità continuano la loro discesa; al contrario, il Mezzogiorno presenta nell’ultimo anno un lieve aumento, dovuto a un recupero di progetti familiari rinviati dal biennio pandemico. Il massimo valore di fecondità (1,64), si registra nella provincia autonoma di Bolzano/Bozen, mentre la Sardegna continua a detenere il valore minimo (0,95).

Età media delle madri al primo parto è di 31,6 anni

Per il totale delle donne residenti, l’età media al parto rimane stabile rispetto al 2021, pari a 32,4 anni, mentre l’età media alla nascita del primo figlio si attesta a 31,6 anni. L’età media al parto è più alta nel Centro e nel Nord (32,8 e 32,5) rispetto al Mezzogiorno (32,0). In quest’ultima ripartizione si rileva sia la Regione con le madri mediamente più giovani d’Italia, la Sicilia (31,4), ma anche le Regioni con quelle più mature, la Basilicata (33,1) e la Sardegna (32,9). Queste ultime registrano anche il più basso tasso di fecondità, la cui diminuzione è legata anche alla continua posticipazione dell’esperienza della maternità che si tramuta sempre più in una definitiva rinuncia. Con riferimento alla cittadinanza, si confermano le differenze tra italiane e straniere: le prime hanno in media 1,18 figli per donna e un’età media al parto pari a 32,9 anni, le seconde hanno invece una fecondità più alta (1,86) e un’età media al parto più bassa (29,5).

Nel 2022 Italia sotto soglia dei 59 milioni di residenti

Al 31 dicembre 2022 la popolazione in Italia conta 58.997.201 residenti. Rispetto al 2021 si registra una flessione pari a -32.932 individui, a sintesi di un calo significativo dovuto a una dinamica demografica ancora negativa pari a -179.416 persone e di un recupero censuario pari a + 146.484 persone.

La dinamica demografica del 2022 continua a essere negativa: al 31 dicembre la popolazione residente, scesa sotto la soglia dei 59 milioni, è inferiore di circa 33mila unità rispetto all’inizio dell’anno, con una riduzione del -0,6 per mille. Il calo osservato di popolazione presenta un’intensità minore rispetto sia al 2021 (-3,5 per mille), sia soprattutto al 2020 (-6,7 per mille), anni durante i quali gli effetti della pandemia avevano accelerato un processo di declino iniziato già nel 2014.

Il decremento demografico 2022 interessa quasi esclusivamente il Mezzogiorno (-3,8 per mille) e solo marginalmente il Centro (-0,1 per mille). In decisa controtendenza è, invece, il recupero di popolazione al Nord (+1,6 per mille), dovuto in larga parte a una dinamica migratoria particolarmente favorevole.

Oltre 5 milioni di stranieri dimorano abitualmente in Italia

Sono 5.141.341 i cittadini stranieri abitualmente dimoranti in Italia al 31 dicembre 2022. L’incidenza sulla popolazione straniera residente è pari all’8,7% della popolazione residente (nel 2021 era dell’8,5%). Come per il complesso della popolazione residente si registra una leggera prevalenza della componente femminile, che rappresenta il 51,0% della popolazione straniera. Rispetto al 2021 si contano circa 110mila cittadini stranieri in più, di cui circa 20mila dovuti al saldo positivo della dinamica demografica e 91mila al Censimento, ovvero al saldo tra sovra e sotto copertura anagrafica determinato con il metodo dei ‘segnali di vita amministrativi’.

Nel confronto con il 2021 la popolazione cresce in misura contenuta in tutte le Regioni, ad eccezione dell’Umbria e della Provincia autonoma di Trento (dove si registra un calo in valore assoluto di entità minima). Le Regioni che registrano il maggior aumento percentuale sono la Lombardia (+0,4%), il Lazio e la Campania (in entrambi i casi l’aumento è pari allo 0,3%).

Al Nord il 58,7% degli stranieri residenti

Il Nord è la ripartizione geografica con più stranieri: il 58,7% della popolazione straniera censita (circa 3 milioni). È quanto emerge dal report Popolazione residente e dinamica demografica dell’Istat, per il 2022.In particolare, il Nord-ovest, con oltre un terzo dei cittadini stranieri censiti, rappresenta l’area con la maggiore presenza di stranieri. Il Centro (circa 1 milione 267mila) accoglie quasi il 25,0% di stranieri, il Sud e le Isole, rispettivamente, l’11,9% e il 4,7%. L’incidenza sul totale della popolazione residente si attesta attorno all’11,0% per il Nord e il Centro e su valori di gran lunga al di sotto della media nazionale (8,7%) per Sud e Isole (rispettivamente 4,5% e 3,8%).Il 32,0% degli stranieri censiti vive in Comuni sopra i 100mila abitanti (dove l’incidenza sul totale della popolazione è del 12,0%) mentre quasi il 40,0% vive in Comuni con meno di 20mila abitanti (con un’incidenza che oscilla tra il 6,5% nei piccoli Comuni e il 7,9% in quelli medio-piccoli).

18 Dicembre 2023
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