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10:17 am, 1 Settembre 23 calendario

Pil 2023 rivisto al ribasso a 0,7%. S&P vede nero per la manifattura italiana: “Impantanata in contrazione”

Di: Redazione Metronews
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La crescita acquisita del Pil per il 2023, ovvero quella che si otterrebbe se tutti i trimestri di quest’anno registrassero una variazione nulla, è pari allo 0,7%.

Lo comunica l’Istat che ha diffuso la stima completa dei conti economici trimestrali rivedendo al ribasso le stime preliminari in cui la variazione acquisita per l’anno in corso era pari allo 0,8%.

Il secondo trimestre flessione peggiore, a -0,4%

L’economia italiana nel secondo trimestre dell’anno ha registrato una flessione dello 0,4% rispetto al trimestre precedente ed è cresciuta dello 0,4% nei confronti del secondo trimestre del 2022, rileva l’Istat rivedendo al ribasso la stima del Pil diffusa in via preliminare il 31 luglio che indicava una riduzione congiunturale dello 0,3% e una crescita tendenziale dello 0,6%. L’istituto ricorda che il secondo trimestre del 2023 ha avuto tre giornate lavorative in meno del trimestre precedente e una giornata lavorativa in meno rispetto al secondo trimestre del 2022. «La stima completa dei conti economici trimestrali – spiega l’Istat – conferma la flessione dell’economia italiana nel secondo trimestre dell’anno, risultata pari allo 0,4%, lievemente più accentuata rispetto alla stima preliminare, che aveva fornito una riduzione dello 0,3%. La crescita tendenziale del secondo trimestre si attesta allo 0,4%, in flessione rispetto ai trimestri precedenti, con una revisione anche in questo caso al ribasso rispetto alla stima preliminare, che aveva registrato una crescita dello 0,6%». Rispetto al trimestre precedente, spiega l’Istat, tutti i principali aggregati della domanda interna sono in diminuzione, con un calo dello 0,3% dei consumi finali nazionali e dell’1,8% degli investimenti fissi lordi. Le importazioni e le esportazioni sono anch’esse diminuite, entrambe in misura pari allo 0,4%.

S&P: “Manifattura Italia in forte deterioramento”

Il settore manifatturiero italiano è rimasto impantanato in una fase di contrazione nel mese di agosto, è la valutazione di S&P. “La produzione e i nuovi ordini sono nuovamente calati a ritmi elevati e la domanda di mercato è stata segnalata come debole. Si è registrato un calo di posti di lavoro per la prima volta in tre anni, sebbene la fiducia nel futuro si sia rafforzata fino a raggiungere un massimo di quattro mesi. Gli ultimi dati sui prezzi hanno mostrato un’altra notevole riduzione del costo dei fattori produttivi, mentre le imprese hanno cercato di stimolare la domanda riducendo i prezzi di vendita.
L’Indice Hcob Pmi (Purchasing Managers’ Index) sul Settore Manifatturiero Italiano, un indicatore composito a una cifra della performance del settore manifatturiero derivato da indicatori relativi a nuovi ordini, produzione, occupazione, tempi di consegna dei fornitori e scorte di acquisto, ha registrato ad agosto 45.4. Si tratta di un aumento rispetto al 44.5 di luglio e del valore più alto in tre mesi. Tuttavia, attestandosi per il quinto mese consecutivo al di sotto della soglia di 50.0 che separa la crescita dalla contrazione, l’indice ha nuovamente segnalato un forte deterioramento dello stato di salute dell’economia manifatturiera.
A pesare sul Pmi di agosto sono stati i cali concomitanti della produzione e dei nuovi ordini. Entrambi sono diminuiti a ritmi più lenti, ma storicamente elevati. Il maltempo, il calo di fiducia, le preoccupazioni sulla recessione e la riduzione delle scorte da parte dei clienti hanno pesato sul volume degli ordini e quindi sulla produzione. Le vendite all’estero sono state particolarmente deboli. Gli ultimi dati hanno mostrato che i nuovi ordini provenienti dall’estero sono diminuiti per il quinto mese consecutivo, e nella misura maggiore registrata dall’indagine dal maggio 2020″.

1 Settembre 2023
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