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8:09 pm, 11 Settembre 23 calendario

I figli di Silvio Berlusconi hanno accettato l’eredità del padre. A chi vanno le case, chi paga i legati

Di: Redazione Metronews
I figli
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I figli di Silvio Berlusconi – Marina, Pier Silvio, Barbara, Eleonora e Luigi – hanno reso noto di aver accettato l’eredità del loro padre, interpretandone le ultime volontà «in totale armonia per onorarne la memoria con profonda gratitudine, ispirandosi alla sua immensa generosità». È quanto si legge in una dichiarazione congiunta degli eredi. A seguito dell’accettazione dell’eredità di Silvio Berlusconi da parte dei figli, Marina e Pier Silvio Berlusconi assumono congiuntamente il controllo indiretto su Fininvest Spa, assicurandone «con chiarezza la stabilità e la continuità gestionale», si legge ancora nella dichiarazione.

I figli siglano un patto sulle quote

L’eredità, tecnicamente, è stata accettata con «un’adesione pura e semplice», senza quindi la necessità di ricorrere al «beneficio di inventario». Gli eredi, secondo quanto si apprende da fonti finanziarie, hanno siglato un «Patto parasociale» che prevede una clausula di lock-up di 5 anni durante i quali nessuno dei fratelli potrà modificare le quote possedute all’interno delle holding. A seguito della spartizione delle holding che erano in capo a Silvio Berlusconi (Holding Italiana I, Holding Italiana II, Holding Italiana III, Holding Italiana VIII) Marina e Pier Silvio deterranno il 26% ciascuno di Fininvest (per un totale del 52%), mentre Barbara, Eleonora e Luigi avranno il restante 48% (il 16% ciascuno). I figli di secondo letto, inoltre, potranno esprimere 3 consiglieri di Fininvest che attualmente prevede un board fino a un massimo di 12 membri, un totale che verrà innalzato a 15.

I lasciti per Paolo, Fascina e Dell’Utri

Il testamento di Silvio Berlusconi era stato aperto il 5 luglio scorso. Composto da tre distinti scritti, il documento disponeva l’assegnazione ai figli Marina e Pier Silvio della quota disponibile dell’eredità, una mossa che comporta quindi il passaggio a loro della maggioranza azionaria di Fininvest. Gli altri lasciti riguardano il fratello di Silvio, Paolo Berlusconi, che riceverà 100 milioni di euro, la compagna Marta Fascina, anch’essa destinataria di 100 milioni, e l’amico Marcello Dell’Utri, a cui andranno 30 milioni di euro. Con l’accettazione delle ultime volontà dell’ex premier, gli eredi hanno confermato la compattezza che ha sempre contraddistinto la famiglia, elemento in cui risiede la maggior garanzia che il patrimonio, economico, morale e politico, verrà amministrato con una sostanziale continuità.

I legati sono stati pagati da tutti e cinque i figli di Berlusconi, in base alle percentuali con cui è stata divisa l’eredità i tre legati, per un totale di 230 milioni, lasciati dal padre in favore del fratello minore Paolo, della compagna Marta Fascina e di Marcello Dell’Utri.

Con l’accordo raggiunto tra i cinque fratelli sull’eredità paterna – a quanto si apprende – si sciolgono così i nodi emersi dopo la lettura dei tre testamenti olografi di Silvio Berlusconi.

La prima questione erano i due lasciti, ciascuno da 100 milioni euro, previsti per Paolo Berlusconi negli ultimi due testamenti, quello del 2020 e quello del 2022. I due lasciti si dovevano sommare o il secondo andava a sostituire il primo? Allo zio i nipoti dovevano 100 o 200 milioni di euro? Era stato il diretto interessato a fugare immediatamente ogni dubbio: “No a fraintendimenti, mio fratello Silvio mi aveva anticipato in più occasioni, con la straordinaria generosità che lo ha sempre contraddistinto, l’intenzione di lasciarmi la somma di 100 milioni di euro”. E così è stato.

La seconda questione era a chi dei cinque figli spettasse l’onere di pagare i tre lasciti (100 milioni a Paolo Berlusconi, 100 a Fascina e 30 a Dell’Utri), previsti dal terzo testamento olografo, quello scritto da Berlusconi nel gennaio 2022 nel tragitto verso l’ospedale San Raffaele e contenuto in una busta non sigillata firmata “il vostro papà” e indirizzata “ai miei figli”. Peccato, però, che ne venissero menzionati all’interno solo quattro su cinque. Tra i destinatari, infatti, non figurava Luigi. Dimenticanza o volontà di escludere l’ultimogenito dal pagamento dei 230 milioni di euro? I dubbi riguardavano anche le sorelle Barbara ed Eleonora sulle quali, spettando loro la sola quota legittima di eredità, non sarebbero dovuti gravare ulteriori oneri. I cinque figli del Cav, però, hanno trovato un accordo, decidendo di contribuire tutti al pagamento dei tre lasciti, in modo proporzionale all’eredità ricevuta.

Un patrimonio miliardario: yacht, quadri, disponibilità finanziarie, immobili

Un patrimonio, del valore complessivo pari ad almeno 5 miliardi di euro, il cui cuore è rappresentato dalla finanziaria di famiglia, la Fininvest, che sarà controllata per il 52% dai figli di primo letto (Marina e Pier Silvio) e per il restante 48% dai figli del secondo matrimonio, Barbara, Eleonora e Luigi. A Fininvest fanno capo il 50% circa di Mfe-MediaforEurope (che ha in pancia Mediaset, Mediaset Espana, il 40% di Ei Towers e il 30% di Prosieben), il 53% di Mondadori, il 30% di Banca Mediolanum.

Alle società va poi sommato, e sempre suddiviso al 60% per Marina e Pier Silvio e al 40% per gli tre figli, il vasto patrimonio (calcolato in almeno 700 milioni di euro) composto da yacht, quadri, disponibilità finanziarie investite in fondi e conti correnti, e numerosi immobili che, per la maggior parte dei casi, sono inseriti nella holding Dolcedrago, come le iconiche Villa Certosa in Sardegna e Villa San Martino ad Arcore.

L’accordo sull’eredità  prevede – a quanto si apprende – che il cospicuo patrimonio immobiliare venga diviso tra i cinque figli, nelle proporzioni volute dal padre, che ha destinato ai tra minori la sola quota legittima e ai due maggiori anche quella disponibile. Marina e Pier Silvio avranno così insieme il 52% delle proprietà paterne; mentre Barbara, Eleonora e Luigi deterranno il 16% ciascuno, per un totale pari al 48%.

Non è ancora arrivato il momento, però, di suddividere tra i figli le numerose ville di famiglia: l’accordo sottoscritto dai cinque fratelli prevede infatti che per almeno cinque anni tutte le proprietà restino in un regime di comunione.
Il ricco portafoglio immobiliare lasciato da Silvio Berlusconi comprende Villa San Martino ad Arcore, Villa Certosa in Sardegna, Villa Grande a Roma, Villa Campari a Lesa, sul lago Maggiore, Villa La Lampara a Cannes, Villa Belvedere a Macherio, e ancora le ville di Lampedusa e Antigua, oltre a vari appartamenti nel Milanese.

11 Settembre 2023
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