Giappone
11:33 am, 22 Agosto 23 calendario

Da giovedì le acque della centrale di Fukushima gettate nell’Oceano

Di: Redazione Metronews
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Inizieranno giovedì le operazioni di rilascio nell’Oceano Pacifico delle acque radioattive decontaminate dell’impianto nucleare giapponese di Fukushima sottoposte a trattamento, un passo controverso che secondo il governo di Tokio è essenziale per chiudere l’impianto che ha avuto la fusione del reattore 12 anni fa.

L’autorizzazione dell’Aiea

Secondo la stampa locale, il primo ministro, Fumio Kishida, ha dato il via libera definitivo in una riunione dei ministri coinvolti nel piano e ha incaricato l’operatore, Tokyo Electric Power Company Holdings, di essere pronto a iniziare giovedì lo scarico se le condizioni meteorologiche e del mare lo consentiranno. Il mese scorso l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica ha approvato il piano del governo giapponese e ha aperto un ufficio nelle vicinanze dell’impianto nel nord-est del Giappone per monitorare gli scarichi, che dureranno per decenni, e il loro impatto.
Kishida ha affermato durante l’incontro che il rilascio delle acque è essenziale per lo smantellamento dell’impianto nucleare di Fukushima, assicurando che il governo ha fatto il possibile per garantire la sicurezza e proteggere la reputazione dell’industria della pesca giapponese.

Per la Corea del Sud, non ci sono problemi scientifici o tecnici nel piano del Giappone di rilasciare in mare l’acqua radioattiva decontaminata della centrale nucleare di Fukushima. Lo ha affermato il portavoce presidenziale Park Ku-yeon, assicurando tuttavia che Seul chiederà a Tokyo di fermare immediatamente l’operazione se nelle acque vicine verranno rilevate concentrazioni di materiale radioattivo superiori agli standard internazionali. La Cina ha convocato l’ambasciatore giapponese a Pechino per protesta. Hong Kong attiverà «immediatamente» limitazioni sulle importazioni di alcuni cibi dal Giappone: lo hanno annunciato le autorità della città-stato dopo l’annuncio di Tokyo.

Un mese fa revocate restrizioni Ue a importazioni alimentari da Giappone

Solo un mese fa la Ue ha annunciato la revoca da parte della Commissione delle restrizioni alle importazioni di prodotti alimentari successive all’incidente nucleare di Fukushima. Le misure possono essere revocate in virtù dei risultati positivi ottenuti nei controlli effettuati sui prodotti dalle autorità giapponesi e dagli Stati membri.

Il parere dell’esperto

Il rilascio nell’Oceano delle acque radioattive dell’impianto nucleare giapponese di Fukushima è “una extrema ratio”, un “provvedimento tampone”; la conclusione è che “a distanza di 12 anni l’incidente ancora non si è risolto, le conseguenze si protraggono per decenni”. Così all’Adnkronos Valerio Rossi Albertini, fisico del Cnr, commenta l’annuncio delle operazioni, a partire da giovedì, per il rilascio dell’acqua contaminata nell’Oceano.  Per l’esperto, si tratta di “una extrema ratio perché ormai dall’incidente del 2011 sono passati 12 anni e l’acqua di raffreddamento si è andata accumulando, dal momento che il nocciolo del reattore è ancora caldo e quindi va tenuto sotto controllo raffreddandolo, appunto, con dell’acqua. L’acqua, che sta diventando radioattiva a contatto con queste sostanze, deve essere stipata e ha riempito ormai tutte le vasche che erano già disponibili e che sono state costruite in seguito per raccoglierla. Adesso, per continuare, c’è necessità di disfarsi di quest’acqua e la quantità è imponente, si parla di qualcosa come 500 piscine olimpioniche da sversare nell’Oceano“, spiega Rossi Albertini.
“I rischi sono che l’immissione di acqua, anche se blandamente radioattiva perché sarà trattata, possa avere un impatto sull’ecosistema marino nel braccio di mare dove verrà riversata perché, se è vero che l’Oceano Pacifico è immenso e verrà diluita molto rapidamente, è altrettanto vero che lo sversamento avviene in un punto preciso ed lì che si possono verificare problemi”, avverte.

 

Il terremoto e lo tsunami di Fukushima

La centrale di Fukushima venne investita da una tsunami seguito al fortissimo terremoto di magnitudo 8,9 dell’11 marzo 2011, che danneggiò tutti i i sistemi di raffreddamento dell’impianto e provocò il collasso dei reattori. 154mila persone furono fatte evacuare nel raggio di 20 chilometri. Si tratta del più grave incidente nucleare dopo quello di Chernobyl. Ma a differenza di quanto avvenne a Chernobyl, nell’incidente di Fukushima non vi fu un incendio con immissione di grandi quantità di radionuclidi nell’atmosfera, ma un rilascio di elementi radioattivi nell’oceano. La contaminazione da perdite d’acqua radioattiva verso il sottosuolo e l’ambiente oceanico è ancora esistente. Una commissione di inchiesta ha stabilito che i sistemi di sicurezza fossero inadeguati e che il disastro nella centrale si sarebbe potuto evitare.

22 Agosto 2023
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