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4:04 pm, 25 Luglio 23 calendario

Caronte abbassa la testa, ma il Mediterraneo è in fiamme

Di: Redazione Metronews
Caronte abbassa la testa
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Caronte abbassa la testa. Ultimi giorni di grande caldo, almeno nel Centro-Sud dell’Italia, e di temperature alle stelle. Oggi – informa il bollettino quotidiano del ministero della Salute – sono 17 le città da “bollino rosso”, ossia il massimo livello di allerta che prevede condizioni di rischio per la salute dell’intera popolazione. Tra queste spiccano, parlando di temperature massime percepite, Catania (con 43 gradi), Bari, Latina e Reggio Calabria (con 42) e Messina (41). Da domani il caldo asfissiante lascerà il passo a un clima certamente più sopportabile perchè saranno solo Catania e Bari (rispettivamente con 39 e 37 gradi di temperatura massima percepita) le città caratterizzate dal livello di allerta 3. Tutte le altre città monitorate (ben 17) saranno «declassate» al bollino giallo, pari al livello di allerta 1, con temperature minime, massime e percepite in calo. Giovedì 27, la situazione meteo sarà nettamente migliore: nessun bollino rosso, 16 città segnate in giallo, le restanti 11 in verde, pari a un livello 0 di allerta che corrisponde all’assenza di rischi per la salute della popolazione.

Caronte abbassa la testa

Intanto in Sicilia, l’aeroporto di Palermo è stato costretto a chiudere per alcune ore in mattinata mentre i vigili del fuoco hanno combattuto un incendio nel suo perimetro. Nella nuova ondata di caldo che sta colpendo diverse aree dell’Europa meridionale, in alcune parti dell’isola siciliana le temperature sono salite a 47,6 C. Nel contempo 30 squadre di vigili del fuoco stanno lottando contro gli incendi nella città orientale di Messina. La crisi climatica sta sovraccaricando le condizioni meteorologiche estreme in tutto il mondo, portando a disastri più frequenti e più mortali, dalle ondate di caldo alle inondazioni passando per gli incendi. Gli scienziati classificano la regione mediterranea come un «punto caldo» della crisi climatica: il gruppo intergovernativo delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici avverte di ulteriori ondate di caldo, fallimenti dei raccolti, siccità, innalzamento dei mari e afflussi di specie invasive. Infine la crisi climatica causata dall’uomo ha aumentato la stagione degli incendi in media di circa due settimane in tutto il mondo ed è responsabile di una maggiore probabilità di incendi e di aree bruciate più grandi nell’Europa meridionale.

In Grecia si schianta Canadair

La scorsa settimana, sull’isola spagnola di La Palma, nelle Isole Canarie (Sud-Ovest), più di 4.500 ettari sono stati bruciati in poche ore, provocando l’evacuazione di 2.500 abitanti. Ma dall’Europa meridionale al Nord Africa, tutti i Paesi affacciati sul Mediterraneo stanno bruciando e sono in lotta per spegnere devastanti incendi alimentati da venti forti e irregolari oltre che da temperature record, con una nuova ondata di caldo tra 45 e 50 gradi, causando ingenti danni al turismo estivo. La Grecia registra una delle situazioni più gravi: le autorità sono impegnate sul fronte degli incendi nelle isole turistiche di Rodi, Corfù e Eubea (Evia), dove da giorni i turisti sono in fuga dagli incendi boschivi. Un Canadair dei vigili del fuoco greci è precipitato durante una missione sull’isola di Evia, vicino a Platanistos. I due membri dell’equipaggio al momento risultano dispersi. Il premier greco Kyriakos Mitsotakis ha dichiarato che «siano in guerra» con le fiamme, avvertendo che «per le prossime settimane dobbiamo essere in costante allerta». Nel suo intervento Mitsotakis si è impegnato a «ricostruire ciò che abbiamo perso, risarcire chi è stato ferito. La nostra priorità sarà sempre la vita umana», valutando che «la crisi climatica è già qui, si manifesterà ovunque nel Mediterraneo con maggiori disastri».

Algeria e Tunisia in fiamme

Situazione grave anche in Algeria dove 34 persone, tra cui 10 soldati, sono già state uccise da incendi boschivi nelle regioni montuose di Bejaia e Bouira. Circa 8 mila vigili del fuoco hanno cercato di tenere sotto controllo le fiamme, mentre 1.500 persone sono state evacuate. Mentre in altri paesi nordafricani, come il Marocco e la Libia, le temperature sono relativamente normali rispetto alle medie annuali, anche la Tunisia è colpita dalla stessa ondata di caldo eccessivo. Nelle ultime ore la temperatura si è avvicinata ai 50 gradi e la società energetica statale Steg ha annunciato interruzioni di corrente previste tra 30 minuti e un’ora nel tentativo di preservare le prestazioni della rete elettrica. Diversi Paesi del Nord Africa flagellati dai picchi di temperature sono anche toccati dalla mancanza di acqua, che dura da settimane. Infine anche a Cipro c’è una situazione di caldo anomala, che si protrae da giorni e, secondo le autorità, è la più lunga nella storia recente: temperature a una media di 40 gradi centigradi o sopra. Per fortuna invece i pompieri sono riusciti a mettere sotto controllo un incendio che ha bruciato 20 ettari di foresta.

25 Luglio 2023
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