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6:18 pm, 11 Aprile 23 calendario

Ok del Cdm ad un Def “resiliente” perchè il quadro resta incerto

Di: Redazione Metronews
Ok del Cdm
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Ok del Cdm ad un Def che «tiene conto di un quadro economico-finanziario che, nonostante l’allentamento negli ultimi tempi degli effetti negativi derivanti dalla pandemia e dal caro energia, rimane incerto e rischioso a causa della guerra in Ucraina, di tensioni geopolitiche elevate, del rialzo dei tassi di interesse ma anche per l’affiorare di localizzate crisi nel sistema bancario e finanziario internazionale. In questo contesto, l’economia italiana continua a mostrare una notevole dose di resilienza e vitalità». È quanto si legge Documento di economia e finanza del 2023 per il triennio 2024-2026 appena approvato dal Consiglio dei ministri.

Ok del Cdm con stime migliorate

Il prodotto interno lordo quest’anno crescerà dell’1% su base programmatica e dell’1,5% nel 2024. Sono i numeri contenuti nel Def. Il ministero dell’Economia spiega che nello scenario tendenziale, cioè a legislazione vigente, il pil è previsto crescere dello 0,9% nel 2023 e dell’1,4% nel 2024. Nel 2025 si prevede una crescita dell’1,3% (programmatica e tendenziale) e nel 2026 dell’1,1% (programmatica e tendenziale). Il Def punta poi a ridurre gradualmente, ma in misura rilevante e sostenuta nel tempo, il deficit e il debito della Pa in rapporto al Pil. Coerentemente con questo obiettivo, il governo conferma gli obiettivi di indebitamento netto presenti nel documento dello scorso novembre: 4,5% nel 2023, 3,7 nel 2024, 3 nel 2025, fino al 2,5 nel 2026. «Nel 2022 il rapporto debito/PIL è risultato pari al 144,4%, 1,3 punti percentuali inferiore rispetto alla previsione del Dpb dello scorso novembre. Una diminuzione che, coerentemente agli obiettivi indicati nello scenario programmatico continuerà progressivamente a scendere nel 2023, al 142,1%, nel 2024, al 141,4, fino a raggiungere il 140,4% nel 2026». Lo si legge nel Def, dove si precisa che «non possono essere ignorati gli effetti di riduzione del rapporto debito/Pil che si sarebbero potuti registrare se il Superbonus non avesse auto gli impatti sui saldi di finanza pubblica che sono stati finora registrati».

Giorgetti: «Prudenza responsabile»

«La prudenza di questo documento è ambizione responsabile. Abbiamo davanti a noi grandi sfide, dai cambiamenti climatici al declino demografico della popolazione italiana ma anche notevoli opportunità di aprire una nuova fase di sviluppo del nostro Paese». Ha affermato il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, commentando il Documento di economia e finanza, approvato dal Cdm. «Le riforme avviate intendono riaccendere la fiducia nel futuro – prosegue Giorgetti – tutelando la natalità e le famiglie anche attraverso la riforma fiscale che privilegerà i nuclei numerosi. Inoltre riconoscerà lo spirito imprenditoriale quale motore di sviluppo economico, promuovendo il lavoro quale espressione essenziale dell’essere persona». «È realistico puntare per i prossimi anni ad un aumento del tasso di crescita del pil e dell’occupazione, lungo un sentiero di innovazione e investimento all’insegna della transizione ecologica e digitale», ha concluso il ministro.

Priorità sostegno alle famiglie

«Gli obiettivi prioritari che ispirano e delineano la politica economica del governo possono essere sintetizzati nel sostegno alla crescita e al benessere dei cittadini, con nuovi interventi in favore di famiglie (in particolare per quelle numerose sono previste misure anche nella riforma fiscale) e imprese nonchè misure destinate a rilanciare gli investimenti e rafforzare la competitività del Paese; la sostenibilità dei conti pubblici con una graduale riduzione di deficit e debito». È quanto si legge documento di economia e finanze del 2023 per il triennio 2024-2026 approvato dal Consiglio dei ministri. «A fronte di una stima di deficit tendenziale per l’anno in corso pari al 4,35% del pil, il mantenimento dell’obiettivo di deficit esistente (4,5%) permetterà di introdurre, con un provvedimento di prossima attuazione, un taglio dei contributi sociali a carico dei lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi di oltre 3 miliardi a valere sull’anno in corso», annuncia il Mef. Secondo il ministero la riduzione del carico contributivo «sosterrà il potere d’acquisto delle famiglie e contribuirà alla moderazione della crescita salariale».

L’Italia ha ripreso a crescere

«Le previsioni di crescita del Pil contenute nel documento si collocano nel solco già tracciato dal Documento programmatico di Bilancio (Dpb) di novembre e dalla legge di bilancio, confermando l’approccio prudente e realistico, finalizzato a mostrare serietà e affidabilità sia ai mercati sia all’Unione Europa, e che punta a raggiungere risultati più ambiziosi», si legge in una nota del Mef sul Def. Il Def tiene conto di un quadro economico-finanziario che, nonostante l’allentamento negli ultimi tempi degli effetti negativi derivanti dalla pandemia e dal caro energia, rimane incerto e rischioso a causa della guerra in Ucraina, di tensioni geopolitiche elevate, del rialzo dei tassi di interesse ma anche per l’affiorare di localizzate crisi nel sistema bancario e finanziario internazionale. In questo contesto, «l’economia italiana continua a mostrare una notevole dose di resilienza e vitalità. Il 2022 si è chiuso con il Pil in aumento del 3,7% e, nonostante il rallentamento congiunturale della seconda metà dell’anno, i più recenti indicatori, tra cui gli indici di fiducia di famiglie e imprese, segnalano che nei primi mesi del 2023 l’economia del Paese ha ripreso a crescere», si aggiunge. Il Def prevede infine «un andamento discendente della pressione fiscale che dovrebbe passare dal 43,3 nel 2023 al 42,7% entro il 2026».

Sindacati sul  piede di guerra

«Non abbiamo dimenticato le tante promesse fatte in campagna elettorale. C’è tutta una serie di risposte che non arrivano nel Def e che ci hanno spinto intanto ad ascoltare la nostra gente, a capire se lo stato di sofferenza che loro raccontano porta a una mobilitazione: la risposta è sì e quindi saremo per tre sabati in piazza a spiegare a questo Paese che c’è anche chi pensa che magari bisogna cambiare e dare risposte diverse», è il commento del segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri.

11 Aprile 2023
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