Sanremo 2023
5:53 pm, 28 Gennaio 23 calendario

Sanremo, polemica sulla presenza di Zelensky

Di: Redazione Metronews
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MUSICA Una faglia percorre la politica italiana attraversando i partiti e le coalizioni: è quella che si è venuta a creare con l’annuncio della presenza di Volodymyr Zelensky al Festival di Sanremo, con un intervento alla serata finale, l’11 febbraio.

Grillo, Conte, Di Maio e Calenda contrari a Zelensky a Sanremo

Il primo ad attaccare è stato Beppe Grillo sul suo blog: «Dalle bombe alle canzoni. Anche il dolore fa spettacolo», scrive il fondatore del Movimento 5 Stelle a cui segue il commento di Giuseppe Conte che dei Cinque Stelle è il presidente: «Io sono stato molto contento quando il presidente Fico ha assunto l’iniziativa di invitare il presidente Zelensky a confrontarsi al Parlamento italiano, a poter esprimere le sue ragioni, le ragioni del suo popolo al popolo italiano. Non credo francamente invece che sia così necessario avere il presidente Zelensky in un contesto così leggero come quello di Sanremo».

Arriva pure Luigi Di Maio: «Zelensky a Sanremo partecipa da capo di Stato di una nazione invasa e con il suo popolo ancora sotto le bombe. C’è chi parla di equilibrio e par condicio. Facciamo parlare anche chi li sta bombardando? Vladimir Putin in persona magari».

Carlo Calenda, che di Azione è il leader, sottolinea su Twitter che sarebbe «un errore combinare un evento musicale con il messaggio del presidente di un paese in guerra».

Gelmini difende Amadeus sull’ospitare Zelensky

A difendere la scelta del direttore artistico Amadeus è, invece, la vicesegretaria e portavoce di Azione Mariastella Gelmini che invita il Movimento 5 Stelle a «prendere drasticamente le distanze da questo post, se non vuol essere considerato un fiancheggiatore di Putin e dei suoi crimini».

Bonaccini: «Se è per sensibilizzare sì, no alle spettacolarizzazioni»

«Penso che bisognerebbe parlare del perché c’è una guerra, mi sembra che questo dibattito sulla presenza o meno di Zelensky a Sanremo devia il dibattito invece dal fatto che è un anno ormai che ci sono persone sotto le bombe con un Paese invaso, e credo che questo sia il tema centrale, non tanto la sua presenza al Festival». A dirlo, il candidato alla segreteria nazionale del Pd, Stefano Bonaccini, che aggiunge: «Ho già detto che se serve per sensibilizzare milioni di persone rispetto al dramma che sta vivendo l’Ucraina, può persino andare bene. Se invece deve diventare la spettacolarizzazione della guerra allora non è proprio il caso».

Il centrodestra contro la presenza di Zelensky al Festival

Nel centrodestra il fronte è compatto nel dire che il collegamento con il presidente ucraino sarebbe da evitare. Il ministro e vice presidente del Consiglio, Matteo Salvini, si augura che «Sanremo rimanga il festival della canzone italiana e non altro». Quanto alle scelte artistiche, «avranno fatto le loro valutazioni, quello che spero è che la guerra finisca il prima possibile e che il palcoscenico della città dei fiori rimanga riservato alla musica. Se avrò tempo di guardare il Festival, sarà per ascoltare le canzoni e non per ascoltare altro».

Parole alle quali risponde duramente l’esponente Pd, Filippo Sensi: «Il ministro della Repubblica ironizza su Zelensky a Sanremo nelle ore in cui l’Ucraina piange le vittime dei missili russi».

Per il senatore di Forza Italia e vice presidente di Palazzo Madama, Maurizio Gasparri, mettere insieme «la tragedia del popolo ucraino con il televoto delle canzoni non è un accostamento opportuno». E spiega: «Viviamo in un frullatore mediatico dove si può passare da un balletto a una canzonetta e poi denunciare l’aggressione all’Ucraina. Trovo questo accostamento sorprendente».

Della Vedova e Orfini favorevoli

Chi accoglie con entusiasmo la presenza del leader ucraino è il segretario di Più Europa, Benedetto Della Vedova: «La presenza di Zelensky a una manifestazione così popolare come il Festival di Sanremo è un modo per essere vicini agli ucraini che difendono la loro libertà e loro scelta europea e, dunque, i nostri valori, ascoltando la voce delle legittime istituzioni di Kiev».

Poi, in ordine sparso, per il Partito Democratico Matteo Orfini, deputato dem ed ex presidente del partito, si chiede perché mai sia «così difficile capire (anche a sinistra) che ha senso Zelensky a Sanremo proprio perché non è un contesto informativo? E che da sempre il Festival è anche un luogo dove si veicolano messaggi e temi importanti?».

Cuperlo: «Non confondiamo la tragedia con l’audience»

Al contrario, il candidato alla segreteria Pd Gianni Cuperlo sottolinea che «Zelensky a Sanremo, no. E’ una guerra. La gente muore. La Rai vuole dare voce al presidente di un paese invaso che si difende? Mandi in onda un messaggio del presidente dell’Ucraina alle 20.30 di una sera a reti unificate. Ma non confondiamo la tragedia con l’audience. Per pietà».

Bonelli: «Mandate in onda il video di Hajipour per Mahsa Amini»

Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi-Sinistra, dal canto suo annuncia: «Oggi ho scritto al direttore generale e all’amministratore delegato della Rai per chiedere di mandare in onda, proiettandolo al teatro, durante il Festival, il video nel quale Shervin Hajipour canta Baraye, la sua canzone di protesta dopo la morte di Mahsa Amini. La canzone di Shervin, uno dei più noti cantanti iraniani, è diventata virale e rappresenta l’inno delle proteste attuali in Iran».

Don Renato Sacco: «Il Festival lo vincerà l’industria delle armi»

Dice la sua anche don Renato Sacco, consigliere nazionale di Pax Christi che sottolinea la totale contrarietà alla decisione di invitare il presidente ucraino Zelensky alla serata finale del Festival di Sanremo.

«C’è chi sostiene che le armi servano per finire la guerra in Ucraina; bisogna essere realistici: ad oggi quali sono stati i risultati? Morti, cadaveri, distruzione. Scegliere di invitare Zelensky a Sanremo si inserisce in questa follia di coinvolgere un presidente di un Paese in guerra perché sono sempre i capi che decidono le guerre, non certo il popolo».

Secondo don Sacco sarebbe stato «un messaggio eloquente invitare una donna vittima di un paese in guerra. Anche solo per dieci secondi, in silenzio: donne vittime di guerra, questo sarebbe un messaggio, non il presidente».

L’esponente di Pax Christi conclude: «La scelta è di ospitare Zelensky all’interno del palco più importante d’Italia ed è la scelta di dire “armi, armi, armi”. Questa scelta esclude tutte le altre possibilità. C’è già il vincitore o vincitrice di Sanremo: l’industria delle armi».

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

28 Gennaio 2023
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