COVID
5:00 am, 20 Settembre 22 calendario

Figliuolo a Metro: “L’Italia ha saputo fare squadra”

Di: Andrea Bernabeo
Figliuolo Covid
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Il generale Francesco Paolo Figliuolo, già Commissario straordinario per l’emergenza Covid ed oggi al vertice del Comando operativo di vertice interforze dello Stato Maggiore della Difesa (il Covi), è stato  tra gli invitati di riguardo della serata-evento “L’Italia ringrazia”, organizzata dal Circolo “Antico Tiro a Volo” di Roma per sottolineare la gratitudine del Circolo e dei suoi soci nei confronti delle Istituzioni e del Paese per quanto fatto per fronteggiare l’emergenza Covid. Figliuolo ha accettato di parlare con Metro della sua esperienza  di Commissario Straordinario.

Generale, una occasione per dire grazie alle istituzioni e quanti come lei hanno contribuito in maniera decisiva a fronteggiare la più grave pandemia della storia repubblicana. Lei è considerato da molti un eroe, che effetto le fa?

«Lasciamo stare gli eroi. Io mi sento come una persona che ha fatto il proprio dovere grazie ad una grande squadra. Devo dire che poi è stata l’Italia stessa a fare squadra e quindi oggi veramente bisogna dare il massimo tributo a tutti quelli che hanno lottato contro il Covid: a partire dai sanitari e da chi ha lavorato stando dietro le quinte».

24 Gennaio 2022,  il Generale Figliuolo visita il centro vaccinale per bambini presso l’Ospedale in Fiera a Milano.

Che forma prenderà la campagna vaccinale in autunno lo vedremo con il prossimo governo. Lei che Italia ha lasciato, alla scadenza del suo incarico?

«A mio avviso l’Italia ha avuto un periodo di rinascita, perché si è sentita ben guidata e con obiettivi chiari. Il presidente Draghi mi ha affidato questo incarico ed io ne sono stato onorato: è stato un grande impegno. Però ho sentito veramente l’affetto di tutta l’Italia ed ho potuto riscontrare una piena sintonia con il Governo, il Parlamento e le istituzioni locali. In questa lotta contro il virus un grande lavoro lo hanno fatto i farmacisti ed anche i sindaci, che sul territorio si sono prodigati per andare a cercare i più deboli. E noi li abbiamo raggiunti con le squadre sanitarie delle Usca delle Regioni e con i team delle Unità Sanitarie mobili della Difesa».

La campagna vaccinale – che lei ha guidato a partire dall’1 marzo del 2021, succedendo a Domenico Arcuri – ha somministrato finora 135 milioni di dosi, ritenute sufficienti a gestire l’epidemia senza grosse ripercussioni sul sistema ospedaliero. Quale è stato il momento più duro?

«Sicuramente l’inizio. Costruire la squadra, misurare i problemi. C’erano da fare tanti pagamenti per le aziende che erano in sofferenza e li abbiamo evasi molto in fretta: questo grazie alle risorse umane che tutte le forze armate mi hanno messo a disposizione. E poi c’è stato un lavoro di logistica, dare gli obiettivi e controllarli. E poi dialogo, tanto dialogo con tutti».

Tipo con le Regioni?

«Assolutamente sì. Infatti ho usato pochissimo i miei poteri di ordinanza commissariale e mi sono avvalso soprattutto della moral suasion, facendo capire chiaramente dove si doveva andare, quali erano gli obiettivi. Come ha detto qualche responsabile di campagna vaccinale  al lunedì “davo i compitini”. In altre parole davo obiettivi e poi li controllavo, ovviamente associando le risorse».

Che idea si è fatto di quanti -circa cinque milioni di italiani – hanno ritenuto opportuno non vaccinarsi?

«Probabilmente c’è stato anche un problema di comunicazione. Molti di loro secondo me sono solo esitanti. Poi c’è anche uno zoccolo duro di no vax: chiaramente si rispettano tutte le opinioni, però io voglio ricordare che i prossimi problemi sanitari su cui l’umanità si dovrà confrontare saranno proprio i problemi di insorgenze di pandemie virali, legate a virus e zoonosi. Problemi legati alla resistenza da antibiotici, per l’uso smodato che se ne è fatto in passato. Poi è chiaro che spesso non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. Ma io ritengo che, avendo lavorato in buona fede, legando tutta l’attività alle evidenze scientifiche, è innegabile che grazie ad un vaccino che è stato prodotto in meno di undici mesi, c’è stata una somministrazione planetaria in pochissimo tempo con risultati straordinari. Ovviamente il rischio zero non esiste, qualche effetto collaterale è previsto, ma la medicina e la scienza fanno sempre un bilanciamento fra i rischi ed i benefici, e la vaccinazione ha dato prova del fatto che i benefici sono di gran lunga maggiori dei rischi».

20 Settembre 2022
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