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7:36 am, 27 Giugno 22 calendario

A Verona vince Tommasi. Catanzaro e Monza passano al Centrosinistra

Di: Redazione Metronews
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Damiano Tommasi è il nuovo sindaco di Verona. Quando sono state scrutinate 265 sezioni su 265, Tommasi, sostenuto dal centrosinistra, è risultato eletto con 50.118 voti e il 53,40% delle preferenze. Federico Sboarina, sostenuto da Fdi, Lega e liste civiche si è fermato al 46,60%, raccogliendo 43.730 voti. Al primo turno Damiano Tommasi aveva ottenuto il 39,80% e Federico Sboarina il 32,69%. Nessuno dei due candidati ha fatto apparentamenti per il ballottaggio.

L’affluenza in questi ballottaggi è crollata ovunque (al 42,18%), mentre negli stessi comuni al primo turno votò il 54,11%. Ma il risultato consegna al centrosinistra città del peso di Verona, Parma, Piacenza, Catanzaro e Alessandria, con la sorpresa Tommasi nella città veneta dopo 15 anni di dominio del centrodestra.

Verona, Tommasi: “Voglia di partecipazione”

«La voglia di partecipazione credo sia stata la vera chiave della nostra campagna elettorale. Verona ha bisogno di girare pagina e sono contento perchè oggi emerge un doppio segnale. Come prima cosa il fatto che parlare delle proposte e dei progetti senza denigrare e insultare l’avversario è stato premiato e come seconda che Verona è tanto altro rispetto a quello che spesso si racconta di lei», ha detto Tommasi, commentando la sua vittoria.  Secondo il neo eletto sindaco di Verona una delle cose che ha premiato la sua campagna elettorale è stato mettere «al centro la propria città e non le appartenenze». «L’attenzione nazionale era massima su Verona per la pagina di storia che abbiamo scritto e perchè siamo alla vigilia di una tornata elettorale nazional,  ma una delle chiavi del nostro successo è stato restare a livello di Verona, ribadire che questo era il campo di gioco, che le discussioni nazionali non dovevano entrare e che le scelte erano fatte qui tra di noi e poi comunicate a Roma».

Letta: “Centrodestra perde male”

«Perde male il centrodestra per scelte incredibili, scegliendo fuoriusciti del centrosinistra. Penso a Catanzaro». Lo ha detto il segretario del Pd Enrico Letta, commentando i risultati dei ballottaggi. “Questo è un risultato che ci rafforza in prospettiva del futuro, nella costruzione di un centrosinistra che sia vincente anche a livello nazionale per le politiche dell’anno prossimo. Da domattina ci mettiamo tutti a lavorare per preparare le elezioni”.

Centrodestra e Centrosinistra

Ma nel complesso, è il centrodestra a vincere le comunali 2022: nei capoluoghi di regione il centrodestra ottiene 3 sindaci, il centrosinistra 1.

Nei capoluoghi di provincia il centrodestra ottiene 13 sindaci, il centrosinistra 10, le liste civiche 3. Nelle precedenti elezioni il centrodestra ottenne 17 sindaci, il centrosinistra 5, le liste civiche 4.

Il centrodestra strappa i sindaci di Palermo, Lucca, Belluno, Barletta e conferma i comuni di Genova, L’Aquila, La Spezia, Pistoia, Asti, Rieti, Frosinone, Oristano, Gorizia.

Il centrosinistra strappa i sindaci di Catanzaro, Lodi, Alessandria, Parma, Piacenza, Verona, Monza e conferma i comuni di Padova, Taranto e Cuneo.
Le liste civiche strappano al centrodestra i sindaci di Como, Viterbo e confermano il comune di Messina.

M5S conferma il solo sindaco di Mottola in Puglia. Gli ex comuni pentastellati di Carrara, Fabriano, Santerano vanno al centrosinistra; Canosa e Ardea vanno al centrodestra; Guidonia e Acqui Terme a liste civiche.

Il centrodestra perde nei comuni dove si è presentato diviso al primo turno: ad esempio a Verona, Catanzaro, Parma, Viterbo.

L’alleanza tra centrosinistra e M5S vince nei capoluoghi di Lodi (M5s all’1,5%), Padova (M5s all’1,3%), Taranto (M5s al 4,2%), Alessandria (M5s al 3,9%), Catanzaro (M5s al 2,8%).

Da segnalare il risultato di Ortona: il ballottaggio conferma il sindaco uscente Leo Castiglione, sostenuto da liste civiche. Fdi e Lega, esclusi dal ballottaggio, avevano stretto al secondo turno un apparentamento con Ilario Cocciola. «Nessun apparentamento – aveva tuonato l’Anpi locale – è giustificabile tra una coalizione che si è definita riformista e progressista con chi è contro l’estensione dei diritti civili (fine vita, ius soli, legge Zan, ius scholae), in economia è protezionista e corporativista, non riconosce il 25 aprile 1945 come data fondante della Repubblica Italiana. C’è un limite, che non può mai essere superato».

27 Giugno 2022
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