m5s nella tempesta
11:48 am, 19 Giugno 22 calendario

M5S, Di Maio: “Contro me odio e livore”. Rischio espulsione

Di: Redazione Metronews
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No all’invio di nuove armi all’Ucraina. È il passaggio, inserito in una bozza di risoluzione a cui starebbe lavorando una parte dei senatori M5s in vista del voto che si terrà in Aula a palazzo Madama martedì prossimo, dopo le comunicazioni del premier Mario Draghi sul Consiglio Ue del 23 e 24 giugno, che rischia di far deflagrare la maggioranza (e i 5 stelle). «Si impegna il governo a non procedere, stante l’attuale quadro bellico in atto, a ulteriori invii di armamenti che metterebbero a serio rischio una de-escalation del conflitto pregiudicandone una soluzione diplomatica», si legge nella bozza dei pentastellati, circolata in mattinata e che ha subito fatto salire la tensione all’interno del Movimento, con il Pd che avverte: «No a fughe in avanti». È stata convocata per oggi la riunione del Consiglio nazionale del M5s.

Si terrà invece domani pomeriggio tra le 15,30 3 le 16 una riunione tra governo e maggioranza in vista del voto di Senato e Camera, martedì e mercoledì, sulle comunicazioni del premier Mario Draghi alla vigilia del Vertice Ue. Alla riunione parteciperanno il sottosegretario agli affari Europei Vincenzo Amendola e i capigruppo dei partiti di maggioranza.

Di Maio: M5S mi attacca con odio e mette governo in difficoltà

Netta la presa di posizione del ministro degli esteri Di Maio. «La prossima settimana in Parlamento si voterà la risoluzione sulla posizione che il Governo porterà avanti ai tavoli europei. Da Ministro degli Esteri della Repubblica Italiana ho ribadito e continuerò a ribadire che l’Italia non può permettersi di prendere posizioni contrarie ai valori Euro-Atlantici. Valori di democrazia, di libertà, di rispetto della persona e di difesa degli Stati”. Luigi Di Maio, ministro degli Esteri, in una nota si esprime così nella fase di tensioni che attraversano il M5S in relazione all’invio di armi all’Ucraina. «I dirigenti della prima forza politica in Parlamento, invece di fare autocritica, decidono di fare due cose: attaccare, con odio e livore, il Ministro degli Esteri e portare avanti posizioni che mettono in difficoltà il Governo in sede Ue. Un atteggiamento poco maturo che tende a creare tensioni e instabilità all’interno del Governo. Un fatto molto grave.

No all’invio di nuove armi all’Ucraina. Altolà del M5S

Il nodo dell’invio di armi resta un tema bollente, che mette in allarme le altre forze di governo, con il rischio che al Senato, dove gli equilibri numerici sono più fragili, si possa andare alla conta. Proprio per evitare questo scenario, ieri il sottosegretario agli Affari europei Enzo Amendola ha riunito la maggioranza con l’obiettivo di arrivare a una risoluzione condivisa. Una nuova riunione dovrebbe tenersi lunedì, alla vigilia dell’appuntamento con l’Aula. E dopodomani si dovrebbe affrontare la questione dell’invio delle armi: l’orientamento nella maggioranza, per ridurre al minimo i rischi, è di stilare un testo molto snello, in cui ribadire il sostegno dell’Italia all’Ucraina, l’adesione di Kiev e altri paesi all’Ue, la necessità di procedere alla riforma del patto di stabilità, nonchè la richiesta di strumenti fiscali comuni, energia e riforma dei trattati.

Il M5S spaccato

LA notizia di un documento alternativo scompagina le carte e preoccupa il ministro degli Esteri, al centro di un aspro confronto tutto interno al Movimento. E la riunione del pomeriggio di oggi dovrebbe segnare una svolta anche sulla decisione di espulsione di Di Miao. «Un presidente del Consiglio che deve andare a un tavolo europeo così importante deve avere il Paese dalla sua parte, deve avere la coalizione di maggioranza compatta dalla sua parte e aggiungerei anche l’opposizione», premette Luigi Di Maio. Che poi mette in guardia: «Ho letto che c’è una parte dei senatori M5s che avrebbero proposto una bozza di testo della risoluzione che di fatto ci disallinea dall’alleanza Nato e dall’Ue. La Nato è un’alleanza difensiva e se ci disallineiamo dalla Nato mettiamo a repentaglio la sicurezza dell’Italia, non ce lo possiamo permettere».

19 Giugno 2022
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