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8:49 pm, 19 Maggio 22 calendario
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Mattarella in Emilia Romagna a dieci anni dal terremoto

Di: Redazione Metronews
Dieci anni sisma Romagna
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Sono passati esattamente dieci anni da quando il terremoto squarciò l’Emilia Romagna. Una ferita ancora aperta che provocò 28 morti, 300 feriti e oltre 12 miliardi di euro di danni. Domani è la giornata del ricordo alla quale sarà presente anche il Capo dello Stato Sergio Mattarella che visiterà i luoghi maggiormente colpiti dal sisma. Un decennale che riporta alla mente giorni tristi, la paura, ma anche la determinazione di un popolo che non si è pianto addosso ma si è rimboccato le maniche ed ha ricominciato portando a compimento la ricostruzione (siamo al 95%).

Il ricordo di 10 anni fa

Erano le 4,03 del mattino del 20 maggio 2012 quando la terra tremò per la prima volta. Una scossa di 5.9 gradi sulla scala Richter con epicentro a Finale Emilia. Il terremoto fu avvertito in gran parte dell’Italia centro-settentrionale e anche in Francia, Svizzera, Austria, Croazia, Slovenia. Nove giorni dopo la terra tremò nuovamente. Questa volta alle 9 del mattino, con magnitudo di 5.8 gradi, nei pressi di Medolla e Cavezzo. In cosiddetto cratere comprendeva ben 59 Comuni per complessivi 550mila abitanti (esclusi i 4 capoluoghi). Furono evacuate 19mila famiglie, 45mila persone vennero sfollate, 14mila edifici sgomberati e 66mila imprese subirono danni.

L’impegno per la ricostruzione

I cantieri non sono mai stati fermi ,nemmeno negli ultimi due anni di pandemia. E la gente non si è mai arresa: così case, scuole, chiese e imprese in Emilia Romagna sono tornate a nuova vita. A dieci anni di distanza dal sisma, sono 17.500 le abitazioni ripristinate, 27 mila le persone rientrate nelle proprie case. 570 le scuole ripristinate o ricostruite ex novo e mai un’ora di lezione persa. Sono 6 mila le piccole attività commerciali, artigiane e dei servizi rese di nuovi agibili, 3.500 le aziende industriali e agricole ristrutturate e altre 1.550 le imprese che hanno potuto mettere in sicurezza i propri stabilimenti o spazi di produzione in nome della prevenzione futura. Ancora: 1.000 gli interventi nei centri storici per la riqualificazione o nuove aperture di botteghe, uffici, attività artigianali e professionali e 330 le chiese riaperte al culto.

19 Maggio 2022
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