Sanremo 2022
5:00 am, 20 Gennaio 22 calendario

Gianni Morandi: «Sanremo? Meglio in gara che come ospite»

Di: Patrizia Pertuso
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MUSICA Dal palcoscenico del Teatro Duse di Bologna a quello dell’Ariston per la 72esima edizione del Festival di Sanremo. Gianni Morandi, l’eterno ragazzo, si trova nella sua città per sette concerti live (ai sei iniziali è stata aggiunta la settima data). Tanto per scaldare la voce. Sulla mano destra indossa ancora il tutore che risale a quell’11 marzo 2021 in cui «sono caduto nel fuoco», un incidente che gli è costato 27 giorni in ospedale. Eppure, proprio grazie a quei giorni, Morandi tornerà a calcare il palco dell’Ariston con Apri tutte le porte, il brano scritto per lui da Jovanotti.

«Tutto è cominciato quando ero in ospedale»

«Quando ero in ospedale – racconta – mi telefonò Jovanotti per sapere come stavo e mi disse di aver scritto una canzone, “L’Allegria”, che avrebbe voluto cantassi io. L’ho ascoltata, mi è piaciuta e l’abbiamo registrata a Milano. Per me è stata come una terapia. Poi è arrivata “Apri tutte le porte”, una canzone di speranza: l’abbiamo mandata ad Amadeus perché per me Sanremo è sempre stato importante».

Morandi e Sanremo

Tra Gianni Morandi e il Festival si snodano diverse “relazioni” negli anni: nel 1958 viene selezionato a un provino dalla maestra Alda Scaglioni di Bologna con il brano vincitore di Sanremo Nel blu dipinto di blu di Domenico Modugno; nel 1983 partecipa al Festival di Sanremo con La mia nemica amatissima e subito va in tournée per due mesi in Russia e in Asia con il Coro degli Angeli. Come cantante in gara vince nel 1987 insieme a Enrico Ruggeri e Umberto Tozzi con Si può dare di più; poi, ne diventa direttore artistico e conduttore nel 2011 e 2012.

«Sanremo è un palco importante – racconta Gianni Morandi – per me è come ricominciare, tornare alla musica dopo tanto tempo. E ogni volta torno bambino quando vidi cantare Nel blu dipinto di blu Domenico Modugno. Ricordo benissimo una televisione in bianco e nero, con le immagini un po’ annebbiate e tutto il paese a seguire il Festival».

Adesso Morandi non è più un bambino, ma ammette: «Tornare al Festival ogni volta mi fa venire la tremarella: prima di esibirmi mi sudano le mani. Forse per i giovanissimi è diverso: temo sempre di sbagliare o che mi manchi la voce. Spero che anche stavolta ci sia mia moglie che mi darà la solita spinta per entrare in scena…».

A proposito di “rituali”, Gianni Morandi su una cosa non ha dubbi: «A Sanremo c’è una pista ciclabile meravigliosa: la prima cosa che metterò in borsa saranno le scarpe da corsa».

«La gara è un’emozione fortissima»

Arriviamo alla gara vera e propria. «La gara è un’emozione fortissima – dice – completamente diversa dall’essere solo un ospite: va, fa la sua esibizione e se ne torna a casa senza vivere l’aria del Festival. E poi, cosa ti cambia? Essere tra i cantanti in gara è un episodio della tua vita. Anche se dovessi arrivare agli ultimi posti, prenderò quello che verrà».

In gara Morandi si “scontrerà” con Tananai: arriva dai Giovani e canta un suo pezzo scritto con il nipote di Gianni, Paolo Antonacci, figlio di Biagio: «Mi fa un po’ effetto – ammette – che dire? Ci ritroveremo tutti lì».

Tutti lì, effettivamente. Anche con Massimo Ranieri. Grande assente: Al Bano. «Ci chiamano – racconta Gianni Morandi – il bolognese, il napoletano  e il pugliese. Ormai ci conosciamo da 50 anni e da tempo si parla di un progetto a tre. Chissà, prima o poi…».

Il brano “Apri tutte le porte”

Infine, il brano, Apri tutte le porte. «La canzone – dice Gianni Morandi –  si apre con: “A forza di credere che il male passerà, sto passando io, ma lui resta. Voglio pensare che ogni giorno è un giorno nuovo”. Chiara la volontà di ricominciare, di sperare di toglierci questa cappa nella testa che ci portiamo addosso da due anni. Non è la tipica canzone di Sanremo: ha un arrangiamento che dà la carica. Qualcuno sostiene di averci risentito echi dei brani anni Sessanta: credo che quando l’ha scritta Jovanotti abbia inconsciamente pensato a me e quindi anche al mio modo di fare musica. Mi piaceva fare un pezzo divertente, più ritmico forse perché ho cantato tante canzoni tradizionali: stavolta non me la sentivo di andare al Festival con l’acuto finale. La musica mantiene tutti giovani, dalla Zanicchi a Blanco. Non faccio rock: non sono come i Maneskin, ma grazie agli arrangiamenti di Mousse T questo brano è stile Wilson Pickett con un ritmo un po’ twist e un’orchestra che suona tutta».

Morandi, il Covid e il futuro Presidente della Repubblica

Morandi dice la sua anche sulle misure anti Covid: «Non è facile prendere delle decisioni ma grazie al green pass e alla mascherina FFP2 possiamo andare al cinema e a teatro: è già un passo avanti. Vediamo che succederà questa estate quando si aprirà la stagione dei concerti live. Credo che intanto si debba continuare la campagna vaccinale».

E, visto che le serate sanremesi si affiancheranno all’elezione del prossimo Presidente della Repubblica, Morandi non nasconde che: «le donne sono meglio degli uomini, non c’è dubbio. Sono più sincere. A me non dispiacerebbe una donna al Quirinale, sarebbe una bellissima scelta».

La telefonata a Jovanotti

Dopodiché, a sorpresa, l’eterno ragazzo prende il suo cellulare e chiama Jovanotti.

«Con lui – spiega Morandi – ho parecchie cose in comune: la voglia di sperimentare sempre cose nuove, l’amore per il rischio, la positività nell’affrontare le cose. E poi, entrambi amiamo lo sport: io corro, lui si fa 70/80 chilometri in bici».

Da qui parte la “loro” telefonata.

«No, Gianni, stamattina niente bici: ieri ho fatto 80 chilometri ma mi stanco subito in salita, sarà la coda del Covid ma sto bene».

«Ieri ho fatto 7 chilometri, Jova. A proposito, ieri mi avevi chiamato: che volevi?».

«Volevo dirti che ho visto il video del brano: è bellissimo, Gianni! Ma tu riesci a suonare la chitarra?».

«Ma si, Jova: la suono con tre dita. Ecco, potrei intitolare il prossimo tour “Tre dita”, che ne dici?».

Jovanotti “racconta” Morandi

Richiamati all’ordine, la parola passa a Jovanotti che racconta come è stato il suo incontro con Morandi. «Ci siamo incrociati diverse volte. Quando l’ho chiamato ed era all’ospedale l’ho sentito un po’ abbattuto e allora ho tirato fuori la canzone “L’allegria”. Poi ci siamo risentiti la scorsa estate e mi ha confessato che stava pensando di tornare al Festival di Sanremo e che gli sarebbe piaciuto andarci con un brano scritto da me: così è nato “Apri tutte le porte”. Lo abbiamo proposto ad Amadeus e ci ha preso. Non era scontato lo facesse. Tanto che quando ci è arrivata la comunicazione ci siamo detti: “Adesso ci tocca andarci davvero!”».

https://it.wikipedia.org/wiki/Festival_di_Sanremo_2022

PATRIZIA PERTUSO

 

 

 

20 Gennaio 2022
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