Mahmood & Blanco sbancano Sanremo
Il 72° Festival della Canzone Italiana di Sanremo incorona, come da pronostico della vigilia, la coppia Mahmood & Blanco con “Brividi”. Al secondo posto Elisa, interprete del bellissimo pezzo “O forse sei tu”. Sul terzo gradino del podio Gianni Morandi con “Apri tutte le porte”, già tormentone radiofonico.
I premi
Il Premio della Critica Mia Martini va a Massimo Ranieri “Lettera di là dal mare”, quello della Sala Stampa Lucio Dalla a Gianni Morandi “Apri tutte le porte”. Fabrizio Moro con “Sei tu” porta a casa il Premio Sergio Bardotti per il miglior testo. Elisa si aggiudica il Giancarlo Bigazzi per la miglior composizione musicale con “O forse sei tu”
La classifica dal 4° al 25°
4 – Irama
5 – Sangiovanni
6 – Emma
7 – La Rappresentante di Lista
8 – Massimo Ranieri
9 – Dargen D’Amico
10 – Michele Bravi
11- Matteo Romano
12 – Fabrizio Moro
13 – Aka7even
14 – Achille Lauro
15 – Noemi
16 – Ditonellapiaga e Rettore
17 – Rkomi
18 – Iva Zanicchi
19 – Giovanni Truppi
20 – Highsnob e Hu
21 – Yuman
22 – Le Vibrazioni
23 – Giusy Ferreri
24 – Ana Mena
25 – Tananai
La finalissima
La musica al centro con la Banda della Finanza in apertura sulle note dell’Inno di Mameli. Tutti in piedi all’Ariston e poi subito pronti e via con Matteo Romano (bella la sua voce, Virale, di nome e di fatto il suo pezzo) che a Sanremo porta l’eleganza e la freschezza dei suoi 19 anni. Certo il cammino è lungo, ma siamo sulla buona strada. Rkomi ripete la discesa tra la platea con il suo brano che di Insuperabile ha ben poco.
E per fortuna arriva Sabrina Ferilli a dare un po’ d’allegria alla romana con la sua solita verve leggera e immediata. “Una leggerezza – come dirà lei stessa nel suo monologo successivo – non è superficialità” (cit Italo Calvino).
La cotta di maglia
Giusy Ferreri (che il megafono nautico se lo poteva pure risparmiare, in questa edizione) sfoggia una mise di tutto rispetto: la canzone “Miele” però è un po’ sottotono rispetto al suo solito target.
La cotta di maglia argentata è un indumento molto in voga in questo festival. Si saranno ispirati al signore degli anelli: Frodo, infatti, ne indossa una simile a quella sfoggiata sul palco da Aka7even prima e Dargen D’Amico dopo. Più sobrio Massimo Ranieri che d’argento ha solo il bavero della giacca.
Iva Zanicchi senza tempo
82 anni e una voce che fa ancora scuola: Iva Zanicchi, chapeau e tutti in piedi all’Ariston per omaggiare la diva della canzone all’italiana. Subito dopo arriva Noemi: mozzafiato la sua mise, un gioco di specchi che incanta. “Ti amo non lo so dire” canta e convince anche gli scettici sul potere della “parola” “unico proiettile”. Sic!
Poi, zitti tutti: c’è Elisa con “O forse sei tu”, cantata con tutto il candore del mondo. È la voce più bella del Festival!
Tra ragnatele di corde e catene Irama tira fuori un’interpretazione che resta. “Ovunque sarai” fa centro. La canteremo sicuro.
I mantelli
Sale sul palco Michele Bravi in versione cavaliere nero (i mantelli sono l’altra tendenza qui all’Ariston: Blanco l’ha sfoggiato già per due sere di fila). L’Inverno dei fiori non è certo il suo pezzo forte e convince davvero poco.
La rappresentante di Lista che pare un confettino (gagliarda, dice la Ferilli) fa Ciao Ciao e meno male perché arriva Emma, una bomba sexy (a bocca aperta Ama e la sua spalla) e parte forte col suo “Ogni volta è così” carica di emozioni.
Colpo di scena (preannunciato in conferenza pre serata): Mahmood & Blanco sul palco arrivano in bici. “Brividi” ha già stravinto su Spotify e non solo: l’affiatamento e la spontaneità dei due artisti arriva eccome! Brividi veri.
Suona bene “Abbi cura di te” di Highsnob & Hu che tubano come due piccioncini sul palco dell’Ariston. Belli: così fuori dal mondo. Della serie: noi due, nel mondo e nell’anima, non temiamo alcun male! Abbracci.
Mengoni e Sangiovanni
È il festival di tutto. D’altronde Sanremo è anche la pancia del Paese. Pancia usata malissimo. E ci volevano Marco Mengoni e Filippo Scotti a ricordarlo, citando la bistrattatissima Costituzione. Il cantante di Ronciglione chiude con “L’Essenziale”, pezzo intramontabile.
Dismesso il rosa che lo aveva accompagnato nelle prime due sere, Sangiovanni elegantissimo in scuro per far volare le sue Farfalle, tira un brutto scherzo all’interista Amadeus ammantandolo della sciarpa del Milan: la sua squadra ha vinto il derby della Madonnina.
Poi tocca a Gianni Morandi che “Apre tutte le porte” grazie a Jovanotti che ha confezionato per lui un pezzo all’insegna dell’Allegria. Bravo Gianni, eterno ragazzo!
Zia Mara e FantaSanremo
Un po’ di Chimica non guasta: è quasi mezzanotte e una certa carica torna sul palco con il folle duo Ditonellapiaga-Rettore. Difficile restare seduti sulle poltrone. Il rock chiama, l’Ariston risponde. Dopo di loro Yuman, abbastanza anonimo mentre Achille Lauro non sfonda, nonostante l’Harlem Gospel Choir e il balletto con Zia Mara (oggetto di ripetuti omaggi da parte degli artisti in gara per accumulare punti, baudi, validi alla conquista del FantaSanremo che impazza).
L’omaggio alla Carrà
Ma il momento più emozionante è l’omaggio a Raffaella Carrà con tanto di coreografia firmata dal compagno di una vita Sergio Japino (commosso in platea) e la voce di lei a coronare le danze del musical “Ballo ballo”.
Si torna alla gara. Ventiduesimo big è la bellissima Ana Mena con il “brano simbolo del Festival”, non fosse altro per il titolo: Duecentomila ore, praticamente la durata di ogni serata. Sarà il tormentone della prossima estate. Il simpatico e tranquillo Tananai, ultimo nella classifica provvisoria, capisce che non è il suo Festival e scende la scalinata direttamente in giacca da camera di raso nero. Probabilmente è già pronto per andare a dormire o magari ci scappa prima un po’ di quel sesso occasionale di cui canta.
Gli ultimi big in gara
Ma non finisce mica qui. Arriva Giovanni Truppi e finalmente si scopre l’arcano: perché tutte le sere il cantautore si presenta in canotta per la sua “Tuo padre, mia madre, Lucia”? Spiega Truppi: «Mi esibisco così da quando ero ragazzo, perché cambiare ora?». Chiudono la gara Le Vibrazioni con “Tantissimo”, diretti dal redivivo Peppe Vessicchio. Prima dei verdetti torna l’energia di Marco Mengoni con la suonatissima “Mi fiderò” (stavolta senza Madame). Nella finalissima per i primi tre posti, come previsto vanno Elisa, Gianni Morandi e Mahmood & Blanco. Aspettando i risultati l’Ode ad Ama della Ferilli e le esibizioni della fatalona turchina (traballante sui trampoli) Orietta Berti e di Fabio Rovazzi, salpati dalla nave all’Ariston. E in platea, all’1 e 35 del mattino, il pubblico trova ancora la forza di ballare e cantare con Amadeus coinvolto nel rap di “Senza pensieri”.
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