Sanità
8:02 pm, 2 Dicembre 21 calendario

Medicina a distanza, opportunità per il futuro

Di: Redazione Metronews
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Medicina a distanza: l’emergenza Covid-19 ha messo in evidenza le potenzialità della tecnologia a servizio di modelli di connected care in cui le soluzioni digitali sono poste a servizio dei percorsi di cura della popolazione realizzando un sistema in cui a viaggiare sono prevalentemente i dati, standardizzati e interoperabili a livello internazionale, anziché i pazienti.Per realizzare un modello completo è fondamentale considerare tutti gli attori coinvolti nella gestione dei dati dei pazienti in una logica condivisa in cui anche i fondi sanitari integrativi possano contribuire – con i loro servizi ed i relativi dati generati – alla creazione di un ecosistema digitale aperto ed interconnesso a servizio di un progetto Paese.

Il Fasi Fondo Sanitario Integrativo dirigenti industriali –  ha scelto il contesto di Connext2021 per mettere in luce le opportunità che si potrebbero generare a favore dei servizi di sanità integrativa nell’interesse degli assistiti.

Medicina a distanza, opportunità per il futuro

«I servizi di medicina a distanza rappresentano una grande opportunità per riflettere sul futuro ruolo che i fondi sanitari possono ricoprire all’interno del SSN – dichiara Stefano Cuzzilla, Presidente di Federmanager-. Ci conforta sapere che il PNRR preveda un investimento di 1 miliardo dedicato specificatamente alla Telemedicina. Auspichiamo che siano stabilite il prima possibile regole di gioco comuni a tutti gli attori. La sinergia tra il secondo pilastro e il SSN non può che passare per la condivisione dei dati delle persone, nel rispetto della proprietà e dalla titolarità di quest’ultimi. Per migliorare il governo della spesa pubblica e privata e garantire qualità ed efficienza dei percorsi di cura».

«Confindustria sta riservando grande attenzione al tema della digitalizzazione del sistema sanitario. In particolare dei servizi di medicina a distanza» spiega Francesca Mariotti, Direttore Generale di Confindustria. «Il fatto che insieme a Federmanager abbiamo deciso di avviare un progetto strategico di telemedicina nel principale fondo sanitario del nostro sistema testimonia il nostro impegno in termini di innovazione e di attenzione agli assistiti. Come avvenuto anche in passato, l’auspicio è che il Fasi insieme ad IWS – Industria Welfare Salute – anche sulla medicina a distanza possa rappresentare un modello di riferimento per le Istituzioni e per il mercato».

 L’indagine pilota condotta dal Fasi nel 2021 su un campione rappresentativo dei fondi sanitari integrativi censiti dall’Anagrafe del Ministero della Salute ha evidenziato che solo il 29% dei fondi ha adottato soluzioni “stabili” di medicina a distanza. E rileva una grande frammentazione di soluzioni scelte. Di questi il 60% offre agli assistiti le prestazioni gratuitamente, di cui il 40% a coloro che soddisfano particolari condizioni anagrafiche-medico-cliniche. E solo il 20% a tutta la popolazione assistita. Per il 40% le prestazioni sono semplicemente oggetto di rimborso. Nessuna delle soluzioni adottate dai Fondi rispondenti è integrata e/o collegata con il Fascicolo Sanitario Elettronico.

«Nell’interesse generale sarebbe auspicabile raggiungere l’interoperabilità delle piattaforme di telemedicina comprese quelle dei fondi sanitari», afferma Caterina Miscia, Direttore Generale del Fasi. «È il momento di pensare a come integrare i servizi per migliorare la sostenibilità complessiva del sistema. Basterebbe immaginare soluzioni in cui i fondi possano promuovere modelli di prevenzione attiva e/o monitoraggio di patologie croniche attraverso servizi innovativi e definire le modalità di condivisione dei dati raccolti sul singolo individuo andando oltre la dicotomia pubblico – privato».

 

 
2 Dicembre 2021
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