Lutto
12:15 pm, 30 Novembre 21 calendario
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Morto Vladimir Naumov l’alfiere della perestrojka

Di: Redazione Metronews
Vladimir Naumov
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Se ne va lo sceneggiatore e regista russo Vladimir Naumov protagonista del rinnovamento della cinematografia sovietica dopo Stalin e poi alfiere della perestrojka di Gorbaciov. È morto a Mosca a 93 anni. Era nato a Leningrado il 6 dicembre 1927 e nel 1952 si diplomò in regia con Igor Savchenko, di cui fu assistente.

Vladimir Naumov da Kruscev all’era di Breznev

Insieme ad Aleksandr Alov, Naumov ha rappresentato il passaggio dalle sperimentazioni e aperture della breve stagione del disgelo di Kruscev alla normalizzazione dell’era di Breznev. Negli Anni ’90 Naumov è stato uno dei registi che hanno saputo interpretare con maggiore sensibilità il recupero delle problematiche dell’individuo dopo la crisi dell’idea collettiva dell’esistenza in seguito al crollo dei Muro di Berlino e alla dissoluzione dell’Urss. Alov e Naumov vinsero il Premio speciale della giuria alla Mostra del cinema di Venezia nel 1961 per “Pace a chi entra” e nel 1981 il primo premio al Festival di Mosca con “Nido di spie”. Insime hanno diretto anche “La guardia bianca” (1971), leggendario film sovietico, presentato al Festival di Cannes.

Tra Naumov e Gorbaciov

Dopo la morte di Alov nel 1983, con il quale aveva formato una delle coppie registiche più longeve e rappresentative del cinema sovietico degli Anni ’60 e ’70, Naumov ha continuato la sua carriera di regista diventando uno degli autori di punta della perestrojka e, in seguito, della Russia postcomunista. Durante la presidenza di Gorbaciov, Naumov ha diretto alcuni filmati su commissione statale, tesi a diffondere il nuovo corso della politica in Unione Sovietica. Dopo “La scelta” (1987), da un romanzo di J.V. Bondarev, ha realizzato “La legge” (1989), da un progetto (interrotto dalle autorità sovietiche) che risaliva alla sua collaborazione con Alov negli anni ’60 e incentrato sulle riabilitazioni politiche in Unione Sovietica dopo il XX Congresso del Pcus (1956) e il processo di ‘destalinizzazionè voluto da Kruscev.

Una lunga carriera

La sua carriera è proseguita con vari film. Tra i titoli: “Dieci anni senza il diritto di scrivere lettere” (1990), “Festa bianca” (1994) e “Il segreto di Nardo” (1999).
Dalla fine degli Anni ’80 ha insegnato regia al Vgik, dove aveva studiato da giovane, e ha occupato cariche prestigiose, ricevendo in patria i più alti riconoscimenti. All’amico regista ha dedicato nel 1986 il documentario “Alov”.

30 Novembre 2021
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