Giustizia, la riforma Cartabia apre una settimana difficile
La riforma della giustizia e del processo penale del ministro Cartabia, al centro di polemiche già nei giorni scorsi, resta un tema caldissimo sul tavolo del Governo. Domani si riunisce la Commissione Giustizia della Camera per esaminare la delega al governo per l’efficienza del processo penale e disposizioni per la celere definizione dei procedimenti giudiziari pendenti presso le Corti d’appello. Il Governo Draghi non esclude di porre la fiducia per ottenere l’ok della Camera in prima lettura prima della pausa estiva.
La giustizia e il M5S
Il tema agita parecchio il pianeta M5S, tanto che l’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte, in merito ad alcuni virgolettati che gli vengono attribuiti, fa sapere attraverso il suo staff che “non ha rilasciato interviste, nè dichiarazioni, nè virgolettati” e ribadisce che “Conte sta lavorando per trovare una mediazione sulla giustizia”. Mediazione che si via via si fa sempre più complicata.
Il Pd e Matteo Renzi
Il percorso guidato da Draghi e Cartabia ha tutto il sostegno del Pd ed è evidente che tempi rapidi di approvazione sono fondamentali, ha già sottolineato il Pd. «Su questo tema in questi giorni siamo nell’ultima fase, nell’ultimo miglio di definizione degli aggiustamenti al termine del quale si arriverà al voto di fiducia. Sono fiducioso sul fatto che il voto alla fine sia un voto che troverà tutta la maggioranza unita», ha affermato il segretario del Pd Enrico Letta, ieri a Reggio Calabria per presentare il suo libro, rispondendo alle domande dei giornalisti che chiedevano cosa ne pensa delle modifiche alla riforma proposte dal M5S. «L’importante – ha aggiunto Letta – è che sia un voto che prima della pausa estiva approvi la riforma Cartabia in modo tale da dimostrare all’Europa, a tutti gli europei, che le risorse finanziarie che riceviamo, a condizione che facciamo le riforme, sono effettivamente collegate a un impegno riformatore a partire dalla giustizia. Quindi avanti con questa riforma, avanti con l’ultimo miglio degli aggiustamenti e sì al fatto che il voto di fiducia nei prossimi giorni faccia approvare la riforma». Diretto il leader di Italia Viva, Matteo Renzi: «Siamo di fronte a un bivio e Letta deve decidere, lui adesso, da che parte vuole stare, ragionando in prospettiva e non sulla base di calcoli d’opportunità di corto respiro. Dicci con chi vai e ti diremo se veniamo anche noi». E ancora: «Il Pd deve capire se vuole stare dalla parte di Draghi o contro Draghi», ha affermato l’ex premier. Sulla possibilità che il Movimento 5 Stelle possa sfilarsi dal Governo, Renzi ha osservato: «Credo che Conte ci proverà, ma non ci riuscirà perchè pochi nel Movimento saranno disposti a seguirlo, a cominciare da Di Maio che non lascia una poltrona nemmeno morto: tre governi diversi, tre volte ministro». «Mi preoccupa quello che i grillini continuano a fare da settimane, da quando si è formato il governo Draghi, tra bordate e tentativi continui di sabotaggio», ha spiegato il leader di Iv. L’alternativa per il Pd è «allearsi con noi riformisti filo Draghi: siamo pronti a sostenerlo se rinuncerà alla sudditanza nei confronti dei M5S, se rinuncerà alla folle idea di trasformare il Pd nella sesta stella di Conte», ha assicurato.
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