Covid
4:45 pm, 11 Luglio 21 calendario

Con la variante Delta possibili nuove chiusure

Di: Redazione Metronews
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ROMA La variante Delta spaventa l’Europa, dove molti Paesi sono costretti a fare marcia indietro sulle aperture per contenere i focolai in crescita. Nuove restrizioni sono state disposte in particolare in Spagna e Olanda, ma la preoccupazione cresce anche in Italia, dove il governo ha convocato una cabina di regia. Il ministero della Salute ha diffuso una circolare con misure e raccomandazioni alla luce dell’allerta internazionale sulla nuova mutazione del virus.
 
Spagna e Olanda
In Spagna, la Catalogna ha chiuso discoteche e altri locali notturni nel fine settimana e sarà necessario esibire un certificato vaccinale per accedere a qualunque evento all’aperto con più di 500 persone. 
 
Anche l’Olanda corre ai ripari: il premier Mark Rutte ha annunciato una serie di nuove misure restrittive, tra cui la chiusura di tutte le discoteche e dei ristoranti a mezzanotte davanti al nuovo picco di infezioni nel Paese: sabato sono stati oltre 10mila i contagi, il numero più alto da Natale.
Rischio nuove chiusure
Per il nostro Paese, Roberto Speranza avverte: «O acceleriamo su tracciamenti e vaccini o rischio chiusure ad agosto». Il ministero della Salute indica infatti in una circolare le sue misure proprio alla luce di una “Allerta internazionale variante Delta: incremento dei casi Covid-19 in diversi Paesi europei”. Si teme che l’onda lunga di questa mutazione arrivi anche da noi e il documento sottolinea quindi che “al fine di attenuarne l’impatto, è importante mantenere l’incidenza a valori che permettano il sistematico tracciamento della maggior parte dei casi positivi e il sequenziamento massivo di Sars Cov-2 per individuare precocemente e controllare l’evoluzione di varianti genetiche nel nostro Paese”. 
Nuovi casi 
La maggior parte dei contagi segnalati in Italia sono stati identificati negli ultimi 14 giorni in soggetti non vaccinati che non hanno ricevuto alcuna dose di vaccino SARS-CoV-2 o che sono stati vaccinati con la prima dose o con il vaccino monodose entro 14 giorni dalla diagnosi stessa, ovvero prima del tempo necessario a sviluppare una risposta immunitaria completa al vaccino. E’ quanto emerge da un report dell’Istituto Superiore di Sanità.

11 Luglio 2021
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