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11:45 am, 3 Giugno 21 calendario

Latella mette in scena un Hamlet “da ascoltare”

Di: Redazione Metronews
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TEATRO «Suggerisce sempre qualcosa che potrebbe essere, ma non è». Amleto è un classico shakesperiano, ma anche un “viaggio” interiore. È il silenzio di fronte all’imponderabile, ma anche rumore dell’anima. È il dubbio che cerca disperatamente certezze ma anche la certezza di non poterne trovare. È quell'”essere o non essere” nel mondo come uomo o come doppio di qualcos’altro.
Antonio Latella prende il classico di Shakespeare e lo propone in una versione completamente rinnovata (il regista ci ha abituato ad offrire sul palco sempre “altro” rispetto all’originale e i risultati sono sempre stati più che soddisfacenti). Il suo Hamlet vive nella traduzione realizzata appositamente da Federico Bellini che lascia spazio ai personaggi minori, e nella drammaturga di Linda Dalisi che si fonde con la scenografia di Giuseppe Stellato.
In scena, dieci attori di diverse età, formazione e provenienza  (Anna Coppola, Francesca Cutolo, Flaminia Cuzzoli, Michelangelo Dalisi, Ludovico Fededegni, Francesco Manetti, Fabio Pasquini, Stefano Patti, Federica Rosellini e Andrea Sorrentino) danno vita a un’esperienza di teatro totale per riscoprire la natura polidimensionale dell’opera. 
Amleto – come anche lo Spettro interpretato da Anna Coppola – è una donna, Federica Rosellini.  «Non è stata una decisione programmata: prima di portare in scena il terzo Hamlet – spiega il regista – dovevo capire chi sarebbe potuto essere il Principe di Danimarca. Durante le prove di un altro spettacolo, lavoravo con Federica Rosellini e ho pensato: “Ecco l’Hamlet che sto cercando”. Federica possiede il dono artistico dell’ambiguità e del dubbio. Per me l’Hamlet del XXI secolo va oltre la sessualità, oltre la distinzione donna/uomo, per approdare a una condizione altra».
Poco importa della sessualità, del genere. Ciò che conta è la parola: «Ponetevi nella condizione di ascoltare», suggerisce Latella. Perché «per essere riempiti bisogna sentirsi svuotati».
Via il ricordo dell’Amleto shakespeariano: per accogliere questo spettacolo meglio improvvisarsi tabula rasa.
Complice l’arena dello Studio, questo Hamlet accompagna il pubblico nell’esplorazione delle pieghe più nascoste di un testo immortale. I costumi, che giocano con una logica binaria, contraddicendola, sono di Graziella Pepe, le luci, che si innestano in una scelta di rappresentazione in piena luce, di Simone De Angelis, le musiche e il suono, che intrecciano silenzio e follia, di Franco Visioli.
«Ogni volta che affronto un testo è perché voglio dire qualcosa a chi viene a vederlo – conclude Latella – In questo periodo c’è bisogno di storie da leggere, da guardare, da ascoltare. Quello che è trascorso per il mondo del teatro e dello spettacolo dal vivo è stato un periodo interminabile, in cui la parola ci è stata tolta. Così il resto è silenzio».
Il debutto era programmato per il 17 marzo dello scorso anno. Lo spettacolo era in prova, quando il 23 febbraio le prime norme per il contenimento della pandemia imposero la sospensione delle rappresentazioni.
Ora, ad oltre un anno di distanza la nuova regia di Antonio Latella per il Piccolo Teatro di Milano si presenta al pubblico, in prima nazionale, al Teatro Studio Melato, dal 5 al 27 giugno.
Lo spettacolo è articolato in due parti, fruibili separatamente (nei giorni della settimana, a partire dalle ore 18) o integralmente nei weekend (a partire dalle ore 14).
Il legame tra Antonio Latella e il Piccolo si stringe per la prima volta nel 2006, quando al Teatro Grassi, in aprile, il regista porta Edoardo II di Christopher Marlowe, prodotto dal Teatro Stabile dell’Umbria. Tre anni più tardi, nel gennaio 2009, torna con Moby Dick di Hermann Melville, coprodotto da Stabile dell’Umbria e Teatro di Roma, questa volta al Teatro Strehler. È nuovamente in via Rovello, nel marzo 2013, con Un tram che si chiama desiderio di Tennessee Williams, una coproduzione ERT e Teatro Stabile di Catania. La prima volta allo Studio è nel novembre 2016 con Ma di Linda Dalisi, prodotto da stabilemobile, la compagnia di Latella.
Il regista firma la prima produzione per il Piccolo nel 2017: Pinocchio debutta in prima nazionale, al Teatro Strehler, il 19 gennaio. Nel maggio 2018, ancora allo Studio, dove tra pochi giorni debutterà la seconda produzione del Piccolo con la sua regia, arriva Santa Estasi, sempre prodotto da ERT – Emilia Romagna Teatro Fondazione.
PATRIZIA PERTUSO
 
 
 

3 Giugno 2021
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