Renzi: «Pronti a passare all’opposizione»

ROMA «Non ci sono retroscena, non ci sono dietrologie: l’Italia ha una mole incredibile di soldi da spendere. Io voglio solo capire come li spendiamo». Così il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, ha ribadito la posizione sua e del suo gruppo: «Perchè se devono essere sprecati in quello che Draghi chiama “cattivo debito”, lo facciano senza di noi» e «non sarò complice del più grave spreco di denaro pubblico». Quanto al Conte ter, Renzi ha sottolineato: «Non è un problema di formule: il problema è dove portiamo l’Italia nei prossimi 20 anni. Noi non vogliamo far cadere Conte, ma se lui non considera le nostre proposte nella stesura del documento più importante della legislatura allora si tenga il documento e noi gli diamo indietro le nostre poltrone».
«Manca una visione del futuro»
Il punto vero, per il leader di Iv, è che nel Recovery Fund «manca una visione del Paese per i prossimi 20 anni. Si tratta di un collage di progetti vecchi senza una visione complessiva» e «strategicamente dico che non avremo più per molti anni la possibilità di fare deficit e risolvere i problemi strutturali del nostro Paese e quindi dobbiamo usare tutte le risorse del Recovery a questo fine. Tra cinque, sei anni non sarà più possibile». Quanto al Mes: «Ben 237 medici sono morti di Covid, l’Italia è il Paese con più morti in rapporto alla popolazione. E se la Germania ha già vaccinato 100 mila persone e noi non arriviamo a 10 mila significa che ci siamo organizzati peggio di loro. Perchè? Se avessimo attivato il Mes sei mesi fa e se avessimo fatto gli accordi bilaterali che ha fatto la Germania non saremmo a questo punto».
Lo snodo dei servizi segreti
Pesa poi il tema della delega si servizi segreti, sul quale l’ex premier Renzi ha osservato: «L’insistenza con cui Conte difende una cosa che nè Monti, nè Berlusconi, nè Prodi e nè io abbiamo fatto è incomprensibile e comincia a diventare sospetta» tanto che «più il premier insiste più sarà importante capire perchè non intende avvalersi di una professionalità specifica». Quindi Renzi ha concluso: «È stata di nuovo introdotta nella bozza del Recovery plan la Fondazione sulla cybersicurezza che opererà con partenariati pubblici e privati nonostante sia stata bocciata dal Copasir: una mancanza di rispetto istituzionale. Ma per noi è dirimente soprattutto la questione della delega sui servizi segreti».
«Nessun appoggio esterno»
Ultimo interrogativo: in caso di rottura, sarà appoggio esterno al governo? «Lo escludo nel modo più categorico», ha precisato Renzi. «Se ci vogliono ci stiamo con le nostre idee. Se non ci vogliono facciano da soli. L’appoggio esterno è una finezza da intenditori, una roba da appassionati della prima repubblica: oggi a Palazzo Chigi va di moda la comunicazione da Grande Fratello non una raffinata mossa come l’appoggio esterno. In caso di rottura noi andiamo all’opposizione», ha concluso l’ex premier.
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