Scuola
7:25 pm, 4 Settembre 20 calendario

Scuola, sciopero il 26 “Non è cambiato nulla”

Di: Redazione Metronews
condividi

C’è già la data per la prima protesta nazionale: 26 settembre quando, in alcune regioni, la scuola sarà iniziata da due giorni, come la Campania, dove proprio oggi il governatore uscente De Luca ha ufficializzato che il 14 non potranno riaprire in sicurezza e che la prima campanella suonerà il 24.
La convocazione del primo sciopero è per il 26 settembre a Roma, ore 15 in piazza del Popolo, da parte del comitato “Priorità a scuola” per “Imporre al governo un profondo cambiamento di rotta, un’altra agenda, altre priorità, affinché il diritto allo studio possa essere veramente tale”. Il Comitato  è  nato nei mesi del lockdown, sceso in 18 piazze italiane per la prima volta sabato 23 maggio, con le regole del distanziamento imposte dal Covid e poi successivamente più numerosi a giugno. MAnifestazione però a cui hanno derito anche tutte le altre sigle: per primi i Cobas, poi i Confederali, Snals, Gilda. Mentre una mobilitazione con sciopero è lanciata il 24-25 settembre da Cobas Sardegna, Usb, Unicobas, Cub scuola.
Le motivazioni
“Le condizioni materiali delle scuole sono sostanzialmente rimaste uguali al periodo precedente la pandemia, gli stessi nuovi arredi (banchi monoposto) arriveranno entro il mese di ottobre- le ragioni della protesta di Priorità alla scuola – I criteri di formazione delle classi sono rimasti invariati, con il paradosso dell’aumento delle classi pollaio per la mancanza di “ripetenti” in particolare nelle prime superiori, l’assunzione di nuovo personale docente e Ata non supererà, nella migliore delle ipotesi, le 40.000 unità, a fronte di un fabbisogno reale almeno quadruplo”.
La prima scuola in quarantena
Primo caso Covid alla scuola Marymount international di Roma: si tratta di un ragazzo dell’ultimo anno del liceo, risultato positivo al Coronavirus.Questa mattina la preside dell’istituto ha avvertito genitori e docenti ed è scattato il protocollo già previsto per questi casi: tutti gli studenti della classe e gli insegnanti che hanno avuto contatti col ragazzo sono isolamento domiciliare in attesa di fare i test. La scuola intanto sta da subito provvedendo ad offrire lezioni agli studenti interessati, per non farli rimanere indietro con il programma.
I test sierologici
Nel frattempo si susseguono le notizie su questa ripartenza che è tutta in salita. Secondo un sondagigo della testata specializzata “Tuttoscuola”, per il personale scolastico il test sierologico dovrebbe essere obbligatorio e non su base volontaria come è invece stato previsto. E l’obbligo dovrebbe essere esteso anche agli studenti.
Temperatura a casa
I pediatri invece si sono esposti sulla misurazione della temperatura: “Il ritorno a scuola dei bambini e dei ragazzi richiede una forte collaborazione da parte delle famiglie, già responsabili ma che vanno ulteriormente responsabilizzate. È giusto quindi che la temperatura corporea venga misurata a casa”. Lo sostiene Flavia Ceschin, vicepresidente della Società italiana delle cure primarie pediatriche (Sicupp), sottolineando che “non deve accadere che le famiglie portino i bambini a scuola per poi scoprire che non possono rimanere. È giusto che le famiglie vengano responsabilizzate in questo senso per tanti motivi, ad esempio perchè al mattino è importante accertarsi dello stato di salute del proprio bambino”.
La somiglianza dei sintomi del Covid con quelli dell’influenza, chiarisce la pediatra, crea giusta preoccupazione e paura nei genitori e negli operatori della scuola. “A febbraio le scuole sono state chiuse e abbiamo cercato di arginare così il problema. Ora questa riapertura è una novità per tutti. Per cui partire coi piedi di piombo, per rodarsi e vedere quello che succederà mi pare corretto. Il problema- aggiunge Ceschin- sarà vedere quanto si potrà reggere con l’idea di fare tamponi a tutti, perchè non ci dimentichiamo che i bambini si chiamano mocciosi perchè hanno il ‘moccio’. Tutti i bambini che vanno alla materna e al nido avranno il moccio, quindi cosa facciamo- domanda l’esperta- tamponiamo tutti? La risposta però non ce l’ho, non ce l’ha nessuno, altrimenti i tecnici avrebbero trovato qualcos’altro. Per adesso è giusto attenerci alle indicazioni dei tecnici e dei colleghi”. 
 Rinuncia al lavoro
Una delle principali preoccupazioni delle famiglie arriva dal rischio di incompatibilità fra orari scolastici dei bambini che frequentano elementari e medie e quelli di lavoro dei genitori. Lo rileva l’indagine IPSOS condotta tra il 4 e il 18 agosto contenuta nel rapporto “La scuola che verrà: attese, incertezze e sogni all’avvio del nuovo anno scolastico” di Save The Children.
Le soluzioni previste dai genitori differiscono a seconda della fascia di età dei figli, ma ancora una volta emerge il ruolo fondamentale di madri (23%)e nonni (28%) nel supporto alla gestione della routine familiare nel caso di bambini più piccoli: un paradosso se si pensa che principalmente per proteggere i più anziani dal rischio di contagio, i bambini e gli adolescenti sono stati costretti a mesi di didattica a distanza e di lockdown.
La rinuncia al lavoro o la riduzione dell’orario lavorativo sembra essere una delle opzioni delle famiglie, in particolare quelle con figli più piccoli, che però – confermando ancora una volta il gender gap del nostro paese – ricadrebbe principalmente sulle madri (23%) più che sui padri (4%).
L’organizzazione familiare è resa ancora più complessa dagli spostamenti che per molti studenti sono necessari per raggiungere la scuola. Garantire il rispetto delle norme sanitarie su mezzi pubblici e scolastici resta ancora un nodo irrisolto sui territorio. Basti pensare che per raggiungere la scuola circa uno studente su 3 (il 30%) utilizza mezzi pubblici o scolastici con ampie variazioni legate all’età (solo il 12% di coloro frequentati la materna, il 18% delle elementari, il 38% delle medie e il 55% delle superiori). Friuli-Venezia Giulia (41%), Marche (43%) e Abruzzo (39%) le regioni dove gli studenti devono maggiormente ricorrere al trasporto pubblico o scolastico per recarsi a scuola.

4 Settembre 2020
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il giornale
Più letto del mondo