economia
9:24 pm, 7 Gennaio 19 calendario

Reddito e Quota 100 cambiamenti in corso

Di: Redazione Metronews
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L’atteso decreto unico che dovrà definire i dettagli del reddito di cittadinanza e di quota 100 per le pensioni, le due misure bandiera di M5s e Lega, dovrebbe approdare in Consiglio dei ministri giovedì, ma nonè escluso un ulteriore slittamento. Alcuni aspetti degli interventi sono ancora in corso di definizione, a partire dalla platea dei beneficiari del reddito di cittadinanza. In base all’ultima bozza del decreto circolata, i nuclei beneficiari ammontano a 1,7 milioni per 4,9 milioni di persone. Questo fa sì che la cifra percepita potrebbe aggirarsi sui 500 euro. Tra gli altri cambiamenti, il fatto che le offerte di lavoro aibeneficiari potranno essere due entro i 250 chilometri per il primo anno e mezzo (un tempo allungato rispetto a prima) e solo dopo scatterà l’obbligo di accettare offerte più lontane. Intanto il ministro Salvini ha detto che crede che agli stranieri serviranno dieci anni di residenza per poter accedere al reddito. Intanto il sottosegretario Durigon precisa: la pensione subito con quota 100 per una busta paga media di 1.500 euro può costare fino al 16% netto massimo di assegno Inps. 
Tra le misure già partite, invece, ha preso il via l’operazione “saldo e stralcio” delle cartelle. Agenzia delle entrate-Riscossione ha pubblicato sul proprio sito internet il modello per presentare la domanda di adesione per chi abbia reddito ISEE del nucleo familiare non superiore a 20 mila euro. In assenza dei requisiti, la presentazione della domanda di adesione al “saldo e stralcio” sarà considerata in automatico come richiesta di accesso alla definizione agevolata, la rottamazione-ter.
Cala potere d’acquisto
La frenata della ripresa nella seconda parte del 2018 alleggerisce le tasche dei consumatori italiani. Tra luglio e settembre dello scorso anno, infatti, l’aumento del reddito delle famiglie è stato «modesto», scrive l’Istat, di appena lo 0,1%. Livello che non è bastato a compensare l’effetto dell’inflazione. Infatti, considerando la variazione dello 0,3% del deflatore implicito dei consumi che tiene conto dei prezzi, il potere d’acquisto delle famiglie consumatrici ha sofferto una flessione dello 0,2% rispetto al trimestre precedente. 
Un’altra notizia a pesare in negativo sulla domanda interna è l’aumento della pressione fiscale. Secondo l’istituto statistico nel terzo trimestre del 2018 è stata del 40,4%, salendo di +0,1 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Lo spread presenta un primo salato conto da pagare per il Tesoro. L’Istat calcola che tra luglio e settembre del 2018 l’impennata del differenziale e il conseguente surriscaldamento dei titoli di Stato italiani sono costati ai conti del Belpaese ben 1,7 miliardi di euro di spesa pubblica aggiuntiva rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

7 Gennaio 2019
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