Cassazione: mobbing può diventare lesioni
ROMA Comportamenti «vessatori e persecutori», messi in atto con «espressioni ingiuriose», «pressioni» e «ripetute contestazioni disciplinari» nei confronti di un dipendente, che sviluppa per questa ragione una patologia psichiatrica, possono costare al datore di lavoro una condanna per il reato di lesioni personali colpose. Lo si evince da una sentenza con cui la Cassazione ha definito un procedimento a carico di un datore di lavoro, condannato in primo grado dal tribunale di Pordenone, e in appello dai giudici di Trieste: dal 2008, secondo l’accusa, aveva sottoposto un suo dipendente a vessazioni, rivolgendogli ingiurie, facendogli pressioni per lo svolgimento di attività lavorative dopo alcuni periodi di malattia del lavoratore, e muovendogli contestazioni disciplinari «spesso dal contenuto del tutto pretestuoso». La Suprema Corte ha respinto il ricorso del datore di lavoro.
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