Spazio
10:22 am, 7 Novembre 17 calendario

«Ecco perché lo spazio è il nostro futuro»

Di: Redazione Metronews
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ROMA Riparte la corsa allo spazio e riparte la “voglia di Luna”. In campo a guardare verso le stelle e alla possibilità di costruire colonie sul nostro satellite ci sono tutte le principali nazioni, incluse Cina ed India che si aggiungono a Stati Uniti, Russia, Europa e Giappone. Ma ci sono anche i privati che stanno investendo molto. E la Luna è vista come una tappa per poter partire verso Marte e poter immaginare di avviare lo sfruttamento delle risorse degli asteroidi. 
L’Italia è all’avanguardia nella ricerca spaziale, assicura il professor Roberto Battiston, presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana. 
Dall’inizio della ricerca delle onde gravitazionali con Ligo e Virgo alla loro individuazione in doppia forma è passato pochissimo tempo. La scienza “spaziale” sta accelerando in modo rapidissimo? Questo vuol dire che se davvero si è deciso di tornare sulla Luna è possibile farlo in tempi molto brevi?
L’uomo ha già lasciato la sua impronta sul nostro satellite, e ovviamente può tornarci. La missione Apollo sulla Luna ha garantito in passato un salto quantico per la scienza e per la tecnologia. Inoltre è stato calcolato che gli investimenti della NASA nel programma lunare hanno triplicato il loro valore in termini di ricadute tecnologiche sul mercato. Lo spazio è un’infrastruttura ricca di potenzialità tuttora inesplorate che crea una formidabile catena di nuovo valore in grado di arrivare a tutti i cittadini. Basti pensare alla tutela dell’ambiente, dove grazie alle nuove tecnologie possiamo monitorare il nostro pianeta per comprendere le sue dinamiche e per formulare previsioni accurate, ad esempio in campo ambientale e climatico. Tutto questo comporta ricadute economiche e innesca nuovi studi scientifici.
Perché si torna sulla Luna?
Perché è la tappa tecnica per andare su Marte. Lo spazio non può rinunciare all’esplorazione umana, che rimane forse la più forte ispirazione per il progresso e per la produzione di valore economico. Ma la voglia di scoprire altri mondi, come è accaduto nella storia sulla Terra, fa parte del DNA del genere umano.    
Potremo avere a breve una “colonia” sul nostro satellite, magari sfruttando i tunnel sotterranei e il ghiaccio? Ci sono le tecnologie e le potenzialità per farlo?
Entro i prossimi dieci anni gli astronauti passeranno dalle orbite basse della Stazione Spaziale Internazionale a quelle cislunari, orbite che disegnano un otto tra la terra e la luna, un passo fondamentale per arrivare all’esplorazione di Marte, il pianeta del Sistema Solare scientificamente più interessante per la ricerca delle origini della vita e per una possibile colonizzazione umana. Una discussione e uno sforzo che a differenza di sessanta anni fa vede insieme tutte le più importanti agenzie spaziali del mondo, cinesi e indiani inclusi. Un piano per costruire a partire dal 2030 basi cislunari per poi creare una base lunare, al polo sud. Avamposti da cui lanciare entro il 2040 la conquista del Pianeta Rosso.
Quale potrà essere il contributo italiano alle prossime imminenti fasi di missioni verso la Luna?
Il cambiamento in atto della corsa allo spazio è qualcosa di più dell’evoluzione del tradizionale paradigma dell’industria spaziale a finanziamento pubblico. All’interno di una sorta di ecosistema di business che si estende dalle orbite basse in su, si svilupperanno diversi ordini di investimento pubblico e privato e una varietà di vocazioni imprenditoriali. In alcuni di questi segmenti l’Italia è presente in forze, e si nota. Dai lanciatori di Avio, ai metodi più sofisticati di osservazione radar della Terra, passando per l’eccellenza nella ricerca sulla comunicazione quantistica satellitare, i sistemi per l’abitabilità umana nello spazio (una tradizione consolidata), il nuovo programma PlaTino per i piccoli satelliti.  La velocità dello sviluppo spaziale è tale da richiedere oltre a un approccio sistematico una capacità di anticipare i trend, in altri termini una visione. L’Italia con i suoi scienziati, con i suoi tecnici e le sue industrie certamente porterà il suo contributo alla visione e alla realizzazione delle esplorazioni spaziali del futuro.
Leggi l’intervista a Roberto Vittori 
OSVALDO BALDACCI

7 Novembre 2017
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