terrorismo
9:31 pm, 6 Giugno 17 calendario

A Londra un attentatore era italiano e segnalato

Di: Redazione Metronews
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GRAN BRETAGNAIl terzo attentatore di Londra era un cittadino italiano, figlio di un’italiana e di un marocchino naturalizzato italiano. Scotland Yard ne ha rivelato l’identità,  la madre vive nel bolognese, dove ogni tanto il ragazzo passava. E proprio all’aeroporto di Bologna era stato fermato perché voleva partire per Istanbul con biglietto di sola andata e un solo zainetto di bagaglio. Il sospetto che volesse andare in Siria è stato forte, e così gli è stato sequestrato il telefono, che secondo alcuni conteneva video dell’Isis. Ma non c’erano abbastanza elementi e così il cellulare è stato dissequestrato e il ragazzo non è stato arrestato. Ma è stato segnalato nel database internazionale sui possibili radicalizzati, e seguito dalla Digos. Anche Londra, dove viveva, è stata avvisata. Ma non è bastato. Così come agli inglesi non è stato sufficiente che uno degli altri tre terroristi appartenesse a un noto gruppo fondamentalista. E infatti mentre continuano le indagini (ieri un nuovo arresto, ma le 12 persone precedentemente fermate sono state tutte rilasciate), infuriano le polemiche sull’antiterrorismo britannico. Polemiche che arrivano a due giorni dalle elezioni parlamentari.
Tra voto e terrore
La premier Theresa May  è costretta ad ammettere che qualcosa non ha funzionato nel periodo in cui lei era il ministro dell’Interno prima e premier poi anche in seguito alla campagna di stampa sollevata dalle rivelazioni sulle falle nei controlli cui avrebbero dovuto essere stati sottoposti i terroristi di London Bridge.  Uno era stato ritratto in un documentario di Channel 4 mentre inneggiava all’Isis e faceva professione di fondamentalismo; un secondo aveva subito denunce dai vicini; il terzo è l’italo-marocchino che forse voleva unirsi all’Isis in Siria. Quanto basta per chiedersi cosa facessero nel frattempo gli uomini dell’intelligence britannica.  «Ciò che il governo deve fare», ha aggiunto, «e ciò che il governo che uscirà dalle elezioni di giovedì deve essere disposto a fare, è dare più poteri alla polizia e ai servizi di sicurezza quando ne hanno bisogno, oltre ad affrontare il problema della radicalizzazione su Internet e ad essere in grado di eliminare l’estremismo dal Regno Unito». Una linea per accreditarsi come leader forte rispetto al laburista Jeremy Corbyn che ne aveva chiesto le dimissioni per aver decurtato pesantemente gli effettivi della polizia.
Parla la madre 
In un’intervista all’Espresso Valeria Collini,  madre di Youssef Zaghba, dice di aver sentito il figlio l’ultima volta giovedì: «Capisco ora che era un addio». «Io ce l’ho messa tutta – aggiunge – Abbiamo sempre controllato le amicizie. Aveva però internet ed è da lì che arriva tutto. Nè in Italia nè in Marocco, dove studiava informatica, si era mai lasciato trascinare da qualcuno». La donna dice di rispettare la scelta degli imam inglesi di non celebrare il funerale e di voler dedicare la sua vita a insegnare il vero Islam.
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6 Giugno 2017
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