Aspettando il gran finale Lynch mostra “Twin Peaks”
CANNES Da David Lynch non sappiamo bene che cosa aspettarci in futuro dato che ha fatto sapere di volerla smettere col cinema «perché troppi film buoni sulla carta non vanno bene al box office che premia film che non avrei voluto fare».
Ma dalla sua serie cult “Twin Peaks” che torna in tv a 27 anni dalla prima stagione (stasera su Sky Atlantic i primi due episodi della terza stagione), sappiamo che dovremo aspettarci «un mistero che ne contiene altri, qualcosa di diverso dalla prima serie perché io amo cambiare. È una storia in cui lo spettatore avrà tanto spazio per muoversi, per dare la sua lettura, per sognare».
È stato lui, l’inquieto Lynch, ieri, il protagonista della giornata al festival di Cannes dove sono state presentate le prime due puntate della nuova stagione.
Lui, insieme a Robert Pattinson rapinatore in fuga contro il tempo in “Good Time”, sorprendente film diretto da Josh e Benny Safdie con cui, giura Pattinson, «avrei lavorato per qualsiasi film: già la sceneggiatura aveva una specie di musicalità e solo lo stile “guerrilla” mi preoccupava. Per questo mi sono trasformato: abbiamo girato in mezzo a New York senza che nessuno mi riconoscesse».
Oggi, a un passo dalla fine del festival, arriva l’amatissimo François Ozon, in concorso con “L’amant double”, interpretato da Marine Vacth, Jérémie Renier e Jacqueline Bisset: è la storia di una fragile giovane donna che si innamora del suo psicoterapeuta che ha molto da nascondere.
Sul red carpet anche Diane Kruger per “In the Fade” del sempre intrigante regista-attore Fatih Aki che racconta il dramma di Katja, sconvolta dalla morte del marito e del figlio in un attentato: la storia di elaborazione del lutto ma anche di una vendetta.
Nell’attesa, sabato, tocca a Joachin Phoenix, veterano di guerra in “You Were Never Really Here” e ad Emmanuelle Seigner e Eva Green in “Una storia vera”, ossessioni by Roman Polanski.
SILVIA DI PAOLA
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