«Ho girato questo film per non vederlo sui telefonini»

CANNES Gli applausi ieri al Festival di Cannes ci sono stati ma è quasi certo che sarà capito più dalle donne che dagli uomini  “L’Inganno” di Sofia Coppola, che parte dal cult anni ‘70 “La notte brava del soldato Jonathan” di Don Siegel, anche se la Coppola ci ha tenuto a precisare che «non si tratta  di un remake, non ho mai voluto fare una cosa del genere, direi che il film l’ho visto ma ho cercato di dimenticarlo. Quel film racconta la storia narrata dal punto di vista dell’uomo, mentre io ho scelto il punto di vista delle donne. Ho girato il film in 35 mm pensando al grande schermo, non per i telefonini».
E questa storia di un uomo (Colin Farrell per cui «questo set è stato il più bello e libero di sempre, anche perché io sono cresciuto tra le donne»), di un soldato che durante la Guerra Civile capita in un collegio femminile, è tra quelle in pole position per la Palma d’Oro.
Mentre il Rodin scultore interpretato da Vincent Rodin non ha convinto ieri, il pubblico festivaliero oggi si troverà davanti, in “Good Time” (in concorso) un Robert Pattinson, barba, cappuccio e cattive maniere, nei panni di un rapinatore di banche, in fuga per le strade di New York dopo che l’ultima rapina fatta col fratello è andata  malissimo: il fratello è stato arrestato e lui è pronto a tutto pur di riaverlo. Insomma rude, ma con sentimento. 
Sentimento carico di tensione è quello che attraversa “I Am Not a Witch”, il  film oggi alla Quinzaine, che affronta a muso duro il tema della stregoneria, con protagonista la piccola Shula, accusata di stregoneria dopo un incidente nel suo villaggio. Esiliata in un campo nel mezzo di un deserto, è poi condannata, insieme alle altre residenti del campo, a trascorrere la vita legata ad un albero, pena una terribile maledizione che trasformerebbe in capra chiunque tenti di liberarla tagliando la corda. 
SILVIA DI PAOLA