Le grandi del web ricorrono contro il bando di Trump
USA Apple, Twitter, Facebook, Google, Microsoft, Netflix, Uber, Mozilla, Dropbox e più di 90 compagnie tecnologiche americane hanno presentato in tribunale un documento contro l’ordine sull’immigrazione del presidente Trump.
Le carte, sottoscritte da 97 giganti tecnologici, sono state depositate alla Corte d’appello a San Francisco.
Nel testo depositato dalle aziende, l’ordine di Trump viene definito «illegale» e «dannoso». Si tratta di un passo insolito da parte dei grandi gruppi tech. Ma il settore dipende largamente dai talenti provenienti da tutto il mondo, il 37% della forza lavoro nella Silicon Valley è nato all’estero.
Nel documento firmato dalle compagnie della Silicon Valley si legge: “L’ordine rappresenta una significativo distacco dai principi di equità e prevedibilità che hanno governato il sistema dell’immigrazione degli Usa per oltre cinquant’anni”. “Rende più difficile e costoso – prosegue – per le compagnie americane reclutare, assumere e tenere con sé alcuni dei migliori dipendenti al mondo. Ostacola le attuali operazioni delle imprese. E minaccia la capacità delle compagnie di attrarre talenti, affari e investimenti verso gli Usa”. Secondo il documento, immigrazione e crescita economica sono “intimamente legate”. “I problemi che rendono l’ordine esecutivo dannoso per imprese e dipendenti lo rendono anche illegale”, afferma il brief.
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