TANGENTI
9:54 pm, 26 Ottobre 16 calendario

Cantieri grandi opere lastricati di tangenti

Di: Redazione Metronews
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ROMA Trentacinque persone sono state arrestate in due diverse operazioni anti-tangenti su grandi opere pubbliche. La prima, denominata “Amalgama”, è stata condotta dai carabinieri del Comando di Roma, che hanno notificato a 21 indagati un’ordinanza di custodia cautelare (11 in carcere, 9 ai domiciliari e un obbligo di dimora). Il Gip contesta a vario titolo i reati di associazione per delinquere, corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio e tentata estorsione. La corruzione sarebbe servita ad ottenere contratti di subappalto (per un valore di 5 milioni) nell’ambito dei lavori per la realizzazione della tratta Alta Velocità Milano-Genova (Valico ferroviario dei Giovi), del sesto macrolotto dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria e della “People mover” di Pisa (impianto a fune tra stazione e aeroporto).
Un gruppo organizzato
Secondo gli inquirenti ad agire era un gruppo di persone organizzato da Giampiero De Michelis che – fino al dicembre 2015 – era il direttore dei lavori delle tre opere: ne avrebbe certificato la regolarità, a prescindere da come venivano realizzate, in cambio di appalti a ditte di amici e parenti. Suo “socio di fatto” era l’imprenditore calabrese Domenico Gallo e il gruppo si avvaleva di altre 9 persone, tra cui funzionari del Consorzio collegamenti integrati veloci (un colosso con dentro Salini-Impregilo e Condotte).
Nomi eccellenti
Ai domiciliari, oltre al presidente e al vicepresidente del Cociv, Michele Longo ed Ettore Pagani, sono finiti Pietro Paolo Marcheselli (direttore generale) e Maurizio Dionisi (responsabile affidamenti). Nei guai anche il general manager domestic operation di Salini-Impregilo. Tra gli indagati c’era il timore che venisse arrestato Pagani: «Dopo due secondi ha già parlato. Anche perchè a lui che gli danno? Le briciole, il grosso se lo tiene Longo, no?», dice intercettata la moglie di De Michelis. Ma tra gli arrestati spicca il nome di Giandomenico Monorchio, imprenditore e figlio dell’ex ragioniere dello Stato Andrea; mentre tra gli indagati a piede libero c’è Giuseppe Lunardi, figlio dell’ex ministro dei Trasporti Pietro.
La seconda indagine
Sono invece 14, tra imprenditori e dirigenti di un consorzio-general contractor, i destinatari di altrettante ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari per corruzione, concussione, turbativa d’asta nei lavori di realizzazione del Terzo Valico. Questa seconda indagine è della Guardia di finanza di Genova e riguarda l’aggiudicazione “pilotata” di commesse per un valore di oltre 324 milioni. Per aggiudicarsi gli appalti dei lavori per il Terzo Valico genovese gli imprenditori non pagavano solo tangenti, ma offrivano anche prestazioni sessuali di escort.
E Cantone chiede le carte
«Abbiamo chiesto di acquisire copia delle ordinanze, poi verificheremo se ci sono le condizioni per il commissariamento trattandosi di opere di grande importanza». Lo ha annunciato Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione. «In questa indagine abbiamo assistito alla trasformazione della tangente da denaro in assegnazione di lavori», ha sottolineato il procuratore aggiunto di Roma, Paolo Ielo. Le misure cautelari sono state giustificate con il rischio di «reiterazione di delitti». Pur essendo noti nell’ambiente, «nessuno ha denunciato questi fatti – ha scritto il gip Gaspare Sturzo – avendo timore delle conseguenze della rottura dell’omertà sul piano imprenditoriale».
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26 Ottobre 2016
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