Più alberi meno polveri sottili
ROMA. Nel 2015 – dati Legambiente – è stata Milano, con 86 giorni, a guidare la classifica delle città italiane che hanno superato il limite per le polveri sottili Pm10. A seguire Torino, Napoli e Roma. Responsabile di 84.400 morti premature all’anno, l’inquinamento nelle nostre città «si combatte con una maggiore presenza di alberi e di vegetazione. Le chiusure al traffico o le targhe alterne rappresentano solo soluzioni temporanee ma non possono risolvere il problema in modo strutturato», spiega Andrea Sisti, presidente del Consiglio dell’Ordine nazionale agronomi e forestali. Secondo l’Ispra il totale di verde pubblico sulla superficie comunale incide in misura piuttosto scarsa nella maggior parte dei Comuni italiani (meno del 5% in 64 Comuni, 10% a Milano, 28% a Roma, 14% a Torino). «Il rapporto alberi-cemento – spiega Sisti – è sbilanciato dalla parte di quest’ultimo, serve riprogettare città più verdi ed ecosostenibili, città a misura d’uomo, per migliorare la qualità della vita dei nostri figli. Dobbiamo iniziare a parlare di agronomia urbana e di arboricoltura urbana». Da dove partire? Per esempio dalla Legge 10 (del 14 gennaio 2013) sulle “Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani” che ha portato alla nascita di un Comitato per lo sviluppo del verde pubblico istituito dal Ministero dell’Ambiente.
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