Juve: titolo vicino ma Marchisio ko

CALCIO Un gol nel primo tempo, tre nella ripresa. Contro un Palermo che ha retto per un’ora, salvo poi squagliarsi come era logico che fosse. La Juventus fa insomma il suo dovere, senza dannarsi subito l’anima. Soprattutto, mette entrambe le mani su uno scudetto che ormai non è più in discussione: 9 punti di vantaggio sul Napoli, a cinque giornate dal termine del campionato, sono un patrimonio inestimabile e non sperperabile. Il secondo quinquennio è ormai dietro l’angolo e trattasi di impresa clamorosa già di per sé, resa ancor più incredibile dall’evolversi di una stagione che era cominciata sotto i peggiori auspici: bravi Allegri e i giocatori a non mollare mai e a crederci sempre, inanellando 22 vittorie su 23 partite.
Preoccupazione per Marchisio
Un’enormità, ovviamente: applausi e basta. Khedira con un gol da cineteca, poi Pogba con il fiuto dell’attaccante (gol e assist nella stessa partita per la quarta volta in serie A), un’altra perla di Cuadrado e sigillo finale di Padoin, appena entrato e idolo dello Stadium nonché simbolo del calcio operaio che va in paradiso. Alla gioia per uno scudetto ormai vinto, si contrappone la preoccupazione per le condizioni fisiche di Marchisio: per lui rottura del crociato anteriore del ginocchio sinistro, 6/8 mesi di stop dietro l’angolo, addio Europei e riabilitazione lunghissima. «Se è grave come temiamo – le parole di Allegri – perderemmo un giocatore importantissimo». Non è un caso che la Juve abbia costruito sul suo centrocampo le basi di una rimonta pazzesca.
Pensando al futuro
Inevitabile  pensare al futuro. Con Allegri al timone, certo: «Questa squadra in due-tre anni crescerà molto, perché ha i vecchietti che tirano la carretta e ragazzi che cresceranno. Una cessione pesante? Non  so. Quando parleremo del famoso contratto, pianificheremo il futuro. Il mercato? Bisogna lavorare bene, anzi benissimo con cinismo e molto  realismo».
DOMENICO LATAGLIATA