Regeni
9:28 pm, 4 Febbraio 16 calendario

Regeni torturato Al Cairo è giallo sulla morte

Di: Redazione Metronews
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EGITTO Ci sono anche piste che fanno pensare a un’aggressione mirata nel giallo della terribile morte del 28enne friulano Giulio Regeni al Cairo. Tra l’altro il ragazzo aveva scritto per il quotidiano il Manifesto, e «aveva preferito non firmare gli articoli perché aveva paura per la sua incolumità», ha detto a Radio Popolare Giuseppe Acconcia, collaboratore del quotidiano, «Giulio si occupava soprattutto di movimenti operai e di sindacalismo indipendente». Un amico egiziano poi ha raccontato che Regeni aveva chiesto contatti per intervistare «attivisti per i diritti dei lavoratori» per la sua ricerca sull’economia egiziana. 
Alcuni media egiziani invece non escludono una “regia occulta” dietro la morte del dottorando italiano, la cui finalità sarebbe stata di colpire i rapporti tra Roma e Cairo in occasione della visita della ministra Guidi, di grande valenza economica. 
Resta il fatto che dall’Egitto sulla sorte di Regeni si sono rimpallate voci discordi. Procura e polizia danno versioni diverse: che il ragazzo sia stato torturato e ucciso, la prima; che sia morto in seguito a un tragico incidente stradale, la seconda. In attesa dei risultati definitivi dell’autopsia, le prime indiscrezioni riferiscono di mutilazioni al naso e all’orecchio, bruciature di sigaretta e segni di coltellate all’altezza della spalla. Il ministero dell’Interno smentisce ufficialmente queste voci sostenendo che i segni sul corpo sono lividi e abrasioni ma non segni di tortura. Molti lanciano sospetti proprio sulla polizia egiziana, tanto più che la scomparsa è avvenuta nell’anniversario della rivolta di Piazza Tahrir, il 25 gennaio. 
Il governo italiano ha chiesto indagini congiunte e insiste perché emerga la verità. Oggi un team di 7 uomini di polizia, carabinieri e Interpol partirà per il Cairo per seguire le indagini in collaborazione con le autorità egiziane. La Procura di Roma indaga per omicidio.
I solidi rapporti tra Roma e Il Cairo
L’Italia si dovrebbe poter aspettare dal Cairo una immagine rapida e trasparente, visti gli eccellenti rapporti. A partire da un interscambio da 4,1 miliardi di euro, con tendenza a crescere e nuovi accordi in ballo anche in questi giorni in cui la ministra per lo Sviluppo economico Federica Guidi era in visita proprio in Egitto. Ci sono poi anche vari dossier politici e di sicurezza che legano i due paesi, dalla lotta all’immigrazione clandestina alla crisi libica che vede Roma e Il Cairo come le due realtà più interessate alla stabilizzazione di Tripoli (l’Egitto ha anche un coinvolgimento diretto). Non a caso il 2 agosto del 2014 il premier Matteo Renzi è stato il primo leader europeo ad essere ricevuto dal presidente Abdel Fattah al-Sisi, insediatosi appena due mesi prima. Anche la visita in Italia del rais, il 24 e 25 novembre di due anni fa, è stata la sua prima volta in Europa in veste ufficiale. Nel 2015 alla conferenza sullo sviluppo economico dell’Egitto Renzi dichiarò «La sfida egiziana è anche la nostra sfida, la stabilità dell’Egitto è la nostra stabilità». In Italia risiedono 100 mila egiziani.  
OSVALDO BALDACCI

4 Febbraio 2016
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