Regeni
8:30 pm, 14 Aprile 21 calendario

Un testimone conferma i depistaggi su Regeni

Di: Redazione Metronews
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ROMA Gli agenti del National Security egiziani sapevano della morte del ricercatore friulano, Giulio Regeni, già il 2 febbraio del 2016, giorno prima del ritrovamento «ufficiale» del corpo. E, per deviare l’attenzione dalla loro attività, erano pronti ad «inscenare una rapina finita male». È quanto emerge da una testimonianza, ritenuta attendibile dai pm di Roma, e depositata in vista dell’udienza davanti al gup della Capitale, fissata per il 29 aprile e che vede imputati Tariq Sabir, Athar Kamel Mohamed Ibrahim, Uhsam Helmi e Magdi Ibrahim Abdelal Sharif.
La finta rapina
Il testimone ha raccontato agli inquirenti italiani di essere diventato amico di Mohammed Abdallah, il capo del sindacato indipendente degli ambulanti del Cairo, che ha «venduto», secondo l’accusa, il ricercatore friulano ai servizi egiziani. L’uomo ha spiegato che il 2 febbraio 2016 era con lo stesso Abdallah: «Ho notato che era spaventato – ha raccontato – mi ha spiegato che Giulio Regeni era morto e che quella mattina era nell’ufficio del commissariato di Dokki in compagnia di un ufficiale di polizia quando quest’ultimo aveva ricevuto la notizia della morte e che la soluzione per deviare l’attenzione da loro era quella di inscenare una rapina finita male».
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14 Aprile 2021
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