Regeni
7:49 pm, 28 Febbraio 16 calendario

Verità subito su Regeni o via l’ambasciatore

Di: Redazione Metronews
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ROMA Palazzo Chigi potrebbe doversi trovare presto a vagliare la richiesta, venuta da più parti politiche, di procedere ad un “gesto forte” nei confronti dell’Egitto, richiamando in patria l’ambasciatore italiano Maurizio Massari. È tornato a chiedere verità sul caso Regeni – anche «in nome del decoro e della nostra dignità nazionale» – il presidente della commissione Esteri del Senato, Pier Ferdinando Casini. Dal Cairo – ha detto – devono arrivare «risposte vere» agli interrogativi sull’uccisione del giovane studioso italiano, in assenza delle quali il governo deve  prendere iniziative simboliche più dure a cominciare proprio dal richiamo dell’ambasciatore italiano al Cairo: «Il governo per dare valore alle parole inequivocabili del presidente del Consiglio deve considerare alcuni gesti simbolici forti».
Sottolineare la gravità della situazione
Il richiamo dell’ambasciatore farebbe capire «la gravità della vicenda e potrebbe sottolineare il fatto che noi non scherziamo». Secondo Casini, «le modalità deve deciderle il governo e non possono essere oggetto di dibattito pubblico. Però è chiaro che l’Italia debba mostrare una capacità di reazione. Dopo un mese, o ci sono dei fatti o non possiamo restare fermi». «È evidente che l’Egitto ci sta mentendo. Richiamare l’ambasciatore italiano al Cairo? Stranamente in questa occasione sono perfettamente d’accordo con Casini». Questo il commento di Alessandro Di Battista del Movimento 5 Stelle, che poi ha aggiunto: «Noi l’abbiamo già chiesto, vorremo anche che Renzi venisse in aula a parlare di Regeni e delle intercettazioni americane ai tempi di Berlusconi, ma purtroppo in politica estera l’Italia non conta nulla. C’è da dire che gli affari tra Egitto e Eni contano più di Regeni». «Il richiamo dell’ambasciatore è solo il primo passo – ha affermato Nicola Fratoianni, di Sinistra Italiana – se l’atteggiamento evasivo dell’Egitto continuerà, sarà necessario attivare ulteriori atti diplomatici e non solo, a partire dal blocco dei rapporti commerciali».
Le indagini: venti telefonate
Si attendono a breve i risultati dell’autopsia. Intanto fonti di sicurezza egiziane hanno rivelato che prima della sua scomparsa Regeni «effettuò 20 chiamate» e che ci sono «altre persone sospette». Per la Procura di Roma il delitto è maturato nelle attività di ricerca del giovane ed è stato eseguito da «professionisti della tortura».
METRO

28 Febbraio 2016
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