cop21
8:02 pm, 19 Ottobre 15 calendario

Il clima impazzito è colpa dei Paesi ricchi

Di: Redazione Metronews
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ROMA A due mesi dal summit Onu sul clima (Cop21) che si aprirà a Parigi il 30 novembre per trovare un accordo mondiale che permetta di frenare il surriscaldamento del pianeta, un rapporto sull’impegno delle singole Nazioni nel percorso di riduzione delle emissioni di gas serra mette sul banco degli imputati Usa, Europa e in generale le Nazioni ricche; mentre promuove a sorpresa la Cina e i Paesi emergenti.
Chi ha iniziato ad inquinare prima
È quanto emerge dallo studio – basato sul principio che chi ha iniziato ad inquinare prima ha goduto di maggiori benefici ed ha maggiori colpe – curato da 18 ong (da Oxfam al Wwf) e presentato a Bonn dove si sono aperti i colloqui tra 200 Nazioni per preparare la bozza per Parigi (secondo il presidente francese Hollande l’accordo ci sarà «ma bisogna vedere a che livello»). La ricerca evidenzia come gli impegni assunti dai singoli Paesi siano insufficienti per rispettare l’obiettivo di un aumento di soli 2 gradi della temperatura entro il 2100 e che invece tra 85 anni la temperatura salirà di 3 gradi.
Promesse minime
Eppure secondo il rapporto i ricchi potrebbero permettersi di spostare i consumi dai combustibili fossili a energie più pulite e potrebbero anche aiutare gli altri «perchè hanno maggiori responsbilità visto che hanno beneficiato dei vantaggi economici dell’uso di carbone, petrolio e gas sin dai tempi della Rivoluzione Industriale». Usa e Ue hanno promesso invece circa 1/5 di quanto avrebbero dovuto fare e il Giappone 1/10. Sul fronte opposto la Cina, il massimo inquinatore del mondo insieme all’America, si sta impegnando a fare più di quanto dovrebbe per le sue “colpe” energetiche del passato.
Appello dei vescovi
Un appello al Cop21 da cardinali, patriarchi e vescovi delle diverse parti del mondo. Sarà firmato il 26 ottobre in Vaticano e inviterà i partecipanti alla Conferenza sul cambiamento climatico a tenere in considerazione la Lettera Enciclica “Laudato sì” di Papa Francesco.
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19 Ottobre 2015
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