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7:59 pm, 1 Dicembre 15 calendario

Cop21, i Paesi vulnerabili chiedono scelte più radicali

Di: Redazione Metronews
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FRANCIA «Trovare un accordo sul clima è un imperativo economico e di sicurezza che dobbiamo affrontare ora». Lo ha ribadito il presidente americano, Barack Obama, nel giorno in cui alla Cop21 di Parigi sono entrati in azione i negoziatori delle delegazioni nazionali, che dovranno spianare la strada all’arrivo dei ministri ambientali per l’accordo finale: devono snellire una bozza di ben 54 pagine che è un labirinto di posizione contrapposte.
Interventi in Africa
Intanto il presidente francese Hollande, dopo aver incontrato una decina di capi di Stato africani, ha presentato alcuni interventi mirati a quel continente: un investimento di 2 miliardi di euro fino al 2020 per le energie rinnovabili e un altro miliardo all’anno per combattere la desertificazione entro il 2020 con due progetti. Il primo è la “Grande Muraglia Verde” per fermare l’avanzata del deserto del Sahara a Sud, il secondo riguarda la salvaguardia del lago Ciad e del fiume Niger, minacciati dalla siccità. «Questi progetti devono essere accompagnati dalla lotta al terrorismo- ha aggiunto Hollande – perché altrimenti le infrastrutture da costruire saranno immediatamente distrutte da parte di gruppi jihadisti».
Vulnerabili ma duri
A tenere banco è anche la proposta “migliorativa” del gruppo dei 43 Paesi più vulnerabili al cambiamento climatico. Per non finire travolti dall’innalzamento del livello dei mari nei prossimi anni, dalle alluvioni e dalle siccità, avanzano una soluzione ambiziosa: inserire nell’accordo finale l’obbligo di limitare l’aumento delle temperature globali a 1,5 °C entro il 2100 rispetto ai livelli pre-industriali. Un simile traguardo presuppone una serie di altri impegni, come quello delle “emissioni zero” entro metà secolo (il picco dovrebbe avvenire al più tardi nel 2020) e una produzione energetica 100% rinnovabili al 2050.
Trasformazioni profonde
Si tratta di obiettivi ben più ambiziosi di quelli all’esame della Cop21, che prefigurano profonde trasformazioni dell’economia dei Paesi ricchi. Anche l’obiettivo dei 2 gradi, già mancato dalla somma degli impegni attuali depositati da più di 180 Paesi, è considerato ormai infatti troppo poco cautelativo. I Paesi più vulnerabili chiedono un meccanismo internazionale in grado di affrontare le perdite e i danni subiti dalle nazioni più deboli. Sollecitano, infine, l’impegno a raggiungere i 100 miliardi di finanziamenti climatici entro il 2020.
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1 Dicembre 2015
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