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8:19 pm, 15 Ottobre 15 calendario

Ecco lo choc fiscale firmato Matteo Renzi

Di: Redazione Metronews
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ROMA Arriva la seconda “finanziaria” targata Matteo Renzi, con lo slogan «Vogliamo un’Italia con il segno più davanti» e ancora: «Si scrive legge di Stabilità, si pronuncia legge di fiducia – ha spiegato il premier – la ripartenza deve essere sostenuta, l’unico modo è dare degli choc fiscali. Le tasse vanno giù». Una manovra da poco meno di 27 miliardi, che potrebbe “lievitare” sino a 30 nel caso in cui la Commissione europea conceda all’Italia lo 0,2% di margine aggiuntivo di flessibilità per l’emergenza migranti.
Azzerate le clausole di salvaguardia
Nella legge di Stabilità vengono azzerate le clausole di salvaguardia: dunque per il 2016 è scongiurato l’aumento dell’Iva e delle accise. Sempre dal prossimo anno è prevista l’abolizione di Tasi-Imu sulla prima casa (la misura costa circa 4 miliardi); mentre il taglio dell’Ires ci sarà dal 2017 (salvo anticipo al 2016 se la Ue concede più flessibilità). Le imprese intanto godranno di super ammortamenti e decontribuzioni. In arrivo poi quattro misure per le pensioni, anche se per la flessibilità in uscita bisognerà aspettare ancora qualche mese. Gli interventi riguarderanno: “no tax area” per i pensionati, conferma dell’opzione donna, settima salvaguardia per gli esodati e part-time incentivato per gli over 63.
Sale il tetto per i contanti
Come annunciato, il tetto all’uso del contante sale da 1.000 a 3.000 euro. Sono 450 i milioni che andranno alla “Terra dei fuochi” e 670 serviranno a sbloccare il Patto di Stabilità per i Comuni (scuole, giardini, strade e lotta al dissesto idrogeologico). Quanto alle “coperture”, i margini di flessibilità concessi dall’Europa per la clausola delle riforme e degli investimenti valgono circa 13 miliardi, la Spending review ne vale 5 nel 2016. I tagli ai ministeri di circa il 3% «ma non lineari» dovrebbero garantire 1,5-2 miliardi. Dalla riduzione del fondo sanitario arriveranno 2 miliardi. Le società partecipate degli enti locali passeranno da 8.000 a 1.000; infine il governo prevede un gettito di un miliardo dai giochi.
“Operazione berlusconiana”
«È una manovra berlusconiana: taglia le tasse senza tagliare le spese ma facendo nuovo debito, che in futuro qualcuno dovrà pagare». Questo il commento dell’economista Paolo Manasse, che aggiunge: «La riduzione delle imposte non è accompagnata da riduzioni delle spese, anzi la Spending review è stata ridotta al lumicino scendendo da 30 a soli 5 miliardi. Tutto si basa su nuova spesa in disavanzo – spiega Manasse – grazie alla crisi che morde un po’ meno e al permesso Ue di sforare i limiti del deficit. Ma si crea nuovo debito che andrà a ricadere sulle generazioni future. Prima o poi andrà ripagato e si dovranno riaumentare le tasse, come ha fatto Berlusconi».
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15 Ottobre 2015
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