Migranti
8:56 pm, 9 Settembre 15 calendario

L’Europa si apre La Danimarca si isola

Di: Redazione Metronews
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UE La reporter di un’emittente ungherese vicina al partito di estrema destra Jobbik è stata sospesa dopo che sono spuntate immagini che la mostrano mentre sgambetta e dà calci ai migranti, compresi alcuni bambini, nel corso di uno dei tanti disordini avvenuti a Roszke, in Ungheria. Nel filmato si vede chiaramente la donna filmare la corsa dei migranti; prima fa lo sgambetto a un uomo che porta in braccio un bambino; poi, presa in mezzo al caos della folla, scalcia con forza chi le sta vicino. 
L’episodio si è verificato quando circa 400/500 migranti hanno infranto il cordone di polizia ungherese al confine serbo/ungherese. L’incidente è accaduto nella città di Roszke, dove i migranti vengono riuniti in un punto di raccolta prima di essere portati in un centro di registrazione. 
Intanto mentre l’Unione europea delinea nei dettagli il piano di accoglienza dei profughi, e mentre il presidente della Commissione Juncker dedica gran parte del suo discorso sullo stato dell’Unione a questa tematica sposando le tesi aperturiste, alcuni Paesi vanno in direzione opposta. A parte la questione dell’Ungheria, molto dura fino ad aver costruito una barriera sul confine serbo, è la Danimarca che ieri si è guadagnata il ruolo di protagonista. Prima ha pubblicato inserzioni a pagamento sui giornali libanesi per avvisare i profughi di non recarsi in Danimarca. Poi ha addirittura sospeso il traffico ferroviario da e per la Germania, mentre la polizia ha chiuso parzialmente un’autostrada che collega Copenaghen con la cittadina danese di Padborg, sul confine tedesco, dove 300 migranti compresi donne, bambini e anziani, si sono messi in marcia nell’intento di arrivare fino in Svezia. A Rodby, principale stazione di collegamento tra Danimarca e Germania, bloccati almeno due treni e una nave con a bordo rifugiati che si sono rifiutati di farsi registrare in Danimarca, e alcuni hanno tentato di scappare. Anche la Slovacchia si è opposta al piano di suddivisione dei profughi.  
Diversa la linea del presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, che al Parlamento europeo ha chiesto di accogliere chi fugge da guerra e povertà, tanto più se alle sue spalle c’è l’Isis. L’idea è quella di un meccanismo vincolante e permanente di quote che assorba il flusso; ma Juncker ha promesso anche di rivedere le politiche di asilo, rafforzando Frontex per il controllo delle frontiere e delle coste (anche se non sarà abolito Schengen) e rimandare indietro chi non avrà i requisiti.  «I numeri sono incredibili, secondo alcuni spaventosi», ha spiegato, ma «non è il momento di avere paura, è il  momento dell’umanità», aggiungendo che al momento i rifugiati rappresentano lo 0,1 per cento della popolazione, mentre in Libano sono il 25% degli abitanti. «Non parliamo di numeri, ma di esseri umani che vengono da Siria e Libia». 
Juncker ha anche annunciato la creazione di un fondo di emergenza da 1,8 miliardi di euro per aiutare l’Africa ad affrontare le cause dell’immigrazione.  
In Italia, Flavio Briatore per tamponare l’emergenza ha suggerito di utilizzare «le strutture alberghiere che non lavorano più e le caserme dismesse».
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9 Settembre 2015
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