Sulle alluvioni è scontro tra Regioni e Renzi

Roma «Credo che per gli interventi più urgenti sarà difficile stanziare meno di un miliardo di euro». Ne è convinto Sergio Chiamparino, governatore del Piemonte e presidente della Conferenza delle Regioni, che in vista del vertice convocato dal Governo per il 20 novembre con Regioni, sindaci e autorità di bacino rilancia la sua proposta: «Il principio deve essere che se un sindaco valuta che un’opera è urgente per tutelare la sicurezza dei suoi cittadini, quel sindaco deve poter sforare il Patto di stabilità. Suggeriamo un “patto verticale” che affidi alle Regioni la facoltà di pareggiare i conti tra i diversi Comuni».
La replica del premier
Il premier Matteo Renzi, dall’Australia, replica duro: «Quando come primo atto del Governo ho costituito una Unità di missione contro il dissesto idrogeologico mi hanno fatto i risolini. Ora spero sia chiaro il motivo. Ci sono vent’anni di politica del territorio da rottamare – ha proseguito Renzi – anche in alcune Regioni del centrosinistra». Ma il governatore della Liguria, Claudio Burlando, non ci sta: «È il momento di uscire dalla fase degli slogan. Il problema è complesso, dobbiamo accettare la complessità e affrontare le questioni concrete. I fattori del dissesto idrogeologico sono diversi. Si chiamano in causa i condoni, ma i condoni li fanno a Roma: mi pare ne abbiano fatti tre negli ultimi anni, ed è difficile essere severi in periferia quando si fanno i condoni al centro».
Un aiuto economico dalla Ue
E mentre il suo assessore al Bilancio, Pippo Rossetti, auspica un intervento finanziario Ue «fuori dai vincoli» per far fronte ai danni (una modalità prevista dal trattato dell’Unione per gli Stati minacciati “da gravi difficoltà per calamità naturali o circostanze eccezionali”), l’ex ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio, oggi presidente della Fondazione Univerde, sottolinea l’assenza di una sensibilità forte sui temi del territorio mostrata anche dai governi di centrosinistra e invita Renzi «a riflettere sullo Sblocca Italia, con cui si rischia di favorire una nuova cementificazione del territorio».
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