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8:35 pm, 17 Novembre 20 calendario

Addio pace sociale la PA va allo sciopero

Di: Redazione Metronews
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ROMA L’annuncio è arrivato secco. Il prossimo 9 dicembre sarà sciopero nazionale dei lavoratori pubblici. A proclamare l’agitazione Cgil, Cisl e Uil della Funzione pubblica dopo aver «preso atto dell’esito del confronto con il Governo, in mancanza delle necessarie risorse per lavorare in sicurezza, per avviare una vasta programmazione occupazionale e di stabilizzazione del precariato e per il finanziamento dei rinnovi contrattuali a partire da quello della Sanità pubblica». I sindacati rompono la pace sociale sotto l’effetto Covid-19, proprio per rivendicare una risposta diversa agli effetti dell’epidemia.
«Scegliere le priorità»
«Chiediamo al Governo di assumere impegni precisi, pienamente disponibili ad affrontare con responsabilità così come accaduto nella fase più difficile della pandemia, le singole partite – hanno messo in chiaro Cgil, Cisl e Uil all’indomani dell’incontro con il premier Conte sulla manovra – ma vanno date risposte che consentano oggi di fare, tutti insieme, passi avanti nell’interesse collettivo del Paese». E i sindacati chiedono anche di aprire con urgenza «un confronto sulle priorità delle risorse di Next generation EU, che riteniamo decisive per la ripartenza e per avviare una pagina e una stagione nuova improntata ad un modello di sviluppo che sappia dare le risposte alle tante disuguaglianze del nostro Paese».
Assunzioni per scuola e sanità
Quanto alla legge di Bilancio, per Cgil, Cisl e Uil «appaiono non sufficienti le risorse previste per una giusta riforma fiscale che riduca la pressione sui lavoratori dipendenti e pensionati». Vanno poi rafforzati «i settori pubblici per contrastare l’impoverimento a cui sono stati sottoposti», con un piano di assunzioni che «consenta nei settori più esposti – sanità e istruzione – di rispondere agli effetti più pesanti dell’emergenza sanitaria e sociale».
I veti sul Recovery
E il clima si fa difficile anche per i rallentamenti nell’iter degli aiuti europei, con i ricatti di Ungheria e Polonia. Situazione che rimette in gioco un possibile ricorso al Mes. La presidenza tedesca del Consiglio Ue ha sottolineato che «lavorerà 24 ore al giorno per arrivare ad una buona soluzione sul Recovery Fund». «I Paesi che si sono schierati contro il meccanismo sullo Stato di diritto – ha detto il ministro tedesco agli Affari europei, Michael Roth – devono sapere che i loro cittadini dovranno pagare il conto». «Sono fiducioso che si riuscirà a risolvere queste difficoltà – ha commentato il commissario Ue all’Economia, Paolo Gentiloni – il rispetto dello Stato di diritto non è un vezzo, non capisco perchè sia vissuto come una minaccia».
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17 Novembre 2020
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