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10:22 pm, 4 Aprile 18 calendario

Lo scontro sui dazi La guerra ora diventa globale

Di: Redazione Metronews
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Usa La guerra dei dazi entra in una nuova fase calda e spaventa le Borse di tutto il mondo, anche perché le conseguenze su certi prodotti vanno ben oltre il loro prezzo finale e investono pesantemente alcune grandi aziende mondiali. Dopo l’ufficializzazione dei dazi statunitensi, la Cina risponde, ma per il presidente americano Donald Trump, le prime due economie del mondo non sono in una guerra commerciale. Pechino risponde alla lista dello Us Trade Representative di oltre 1.300 prodotti tecnologici cinesi che saranno soggetti a dazi fino al 25%, con un elenco di 106 prodotti americani che saranno soggetti a tariffe fino al 25%, tra cui le maggiori voci di export Usa: il settore automobilistico, l’aeronautico, il chimico e i semi di soia, di cui la Cina è il primo importatore dagli Stati Uniti. Secondo Pechino, verrano colpite merci per un totale di cinquanta miliardi di dollari, lo stesso ammontare della lista dello Us Trade Representative. Pechino, esprimendo «forte condanna» e «ferma opposizione« alla decisione di Washington, aveva annunciato ritorsioni «di eguale portata». La Cina ha inoltre presentato ricorso all’Organizzazione Mondiale del Commercio (Wto) per dirimere la disputa sui dazi Usa sulle importazioni di prodotti tecnologici. Nella lista americana vengono penalizzate le industrie dell’aerospazio, delle tecnologie per le comunicazioni e per l’informazione, la robotica e i macchinari, tutte al centro del piano “made in China 2025”, varato da Pechino nel 2015 per l’ammodernamento dell’apparato industriale. La Cina «non vuole una guerra commerciale, ma se si vuole combattere una guerra commerciale, noi ci saremo. Se si vuole negoziare, la porta è aperta», ha detto il vice ministro del Commercio Wang Shouwen, avvertendo che «dobbiamo intraprendere ritorsioni quando vengono danneggiati i nostri interessi». 
Su Twitter, Trump, ha scritto che «non siamo in una guerra commerciale con la Cina. Quella guerra è stata persa anni fa dagli sciocchi, o incompetenti, che hanno rappresentato gli Stati Uniti. Ora abbiamo un deficit commerciale di 500 miliardi di dollari all’anno, con furti di proprietà intellettuale di altri 300 miliardi di dollari. Non possiamo permettere che questo continui!». Per il segretario al Commercio Usa Wilbur Ross, «anche quando si spara, alla fine si tratta». La Commissione Europea prende atto delle misure decise e ribadisce la linea secondo cui tutte le misure «devono essere prese nel rispetto delle norme dell’Organizzazione Mondiale del Commercio».

4 Aprile 2018
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