Maria Grazia Cucinotta
10:52 pm, 8 Aprile 24 calendario
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Cucinotta: “Io, eterna irrequieta, come una teenager vintage”

Di: Orietta Cicchinelli
Cucinotta
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«Sono soddisfatta fin qui, anche se sono un’eterna irrequieta e ho tanto da esplorare ancora. Mi sento una teenager vintage e, come ci insegnano i centenari: ogni mattina c’è sempre ancora un sogno da realizzare». Così Maria Grazia Cucinotta, attrice di lungo corso (dal suo boom internazionale accanto all’indimenticabile Massimo Troisi ne “Il Postino” a “007 – Il mondo non basta”), che torna protagonista nel film “Gli agnelli possono pascolare in pace” by Beppe Cino al cinema dall’11 aprile.

Prodotto dalla Draka di Corrado Azzollini, il dramma-comedy (girato interamente in Puglia, a Molfetta) vede, accanto ai protagonisti Maria Grazia Cucinotta, nel ruolo di Alfonsina e Massimo Venturiello nel ruolo del fratello Saverio, Tiziana Schiavarelli, Umberto Sardella, Rossella Leone, Dante Marmone, Valentina Gadaleta.

Gli agnelli possono pascolare in pace

La Madonna del paese appare in sogno ad Alfonsina Milletarì, parlandole con accento straniero e chiedendole aiuto perché sepolta sotto un albero di carrube. Alfonsina si rivolge al fratello Saverio (con il quale fa pace dopo anni di dissapori legati proprio a quel pezzo di terra). Ma l’albero è al confine con il terreno dei Malavasi e tra le due famiglie i rapporti sono tesi da tempo. Dopo tanto scavare, alla fine una Madonna in frantumi tornerà alla luce svelando nascoste e dolorose verità…

Tra Alfonsina e Maria Grazia Cucinotta
«Nel film – racconta l’attrice e imprenditrice cinematografica – sono una bidella che ama leggere e citare Pasolini. Già questo è un messaggio: arte e cultura sono di tutti e la bellezza va accettata ovunque sia. Alfonsina è portatrice di messaggio che supera i confini vitali, contro i pregiudizi e le guerre. La Madonna che parla straniero è un invito ad abbattere i confini e le barriere: un tema attuale e urgente». Maria Grazia Cucinotta racconta poi la costruzione del suo personaggio che le ha lasciato una bella e positiva eredità. «Per interpretare Alfonsina – spiega – mi sono preparata per un anno: ho preso anche 8 kg per renderla più vera, perché il personaggio rispecchiasse questa donna mediterranea che sostiene che i sogni siano desideri che si esprimono solo di notte».

Messaggi universali
«Questo film – sottolinea l’attrice siciliana – ancora oggi mi fa pensare per i suoi tanti messaggi universali. Uno su tutti: il perdono, perché non perdonare fa male a chi non perdona. Nella vita di tutti i giorni, poi, noi tendiamo a dividere anziché a unire, ad assegnare etichette, anziché riconoscere la bellezza e la ricchezza della pluralità nel rispetto degli altri, come il film ci mostra…».

Maria Grazia è positiva sul futuro dell’umanità

«Spero davvero che i giovani possano cambiare tutto questo e che le vite abbiano per loro più importanza del denaro in un futuro prossimo».

Note di regia
Il regista Beppe Cino non lascia nulla al caso. «Il mio è un film che affronta una tematica urgente del nostro presente – dichiara – il tema del confine, su cui si scontrano tutti i popoli di ogni razza e da sempre. Il titolo? È ispirato alla sonata di Bach 208 “Le pecore possono pascolare in pace” ed è diventato “Gli agnelli possono pascolare in pace” a sottolineare come le vittime sacrificali per antonomasia possano crescere e trovare l’opportunità di un nuovo equilibrio». E così sia!

8 Aprile 2024 ( modificato il 9 Aprile 2024 | 13:28 )
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