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3:04 pm, 9 Febbraio 24 calendario

Sciame sismico nel parmense con massima scossa di magnitudo 4.1

Di: Redazione Metronews
Sciame sismico
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Sciame sismico nel parmense, con il picco di una scossa di terremoto di magnitudo 4.1 registrata alle 13.06. Già da stanotte decine di scosse più piccole si susseguono con frequenza. La più forte, riferisce l’Ingv, ha avuto un epicentro a 5 km da Calestrano in provincia di Parma, con una profondità di 20,7 km. Un’altra scossa di magnitudo 3,4 si era verificata alle 3,55 con epicentro a Felino e profondità stimata di circa 20,8 chilometri. Al momento non si registrano danni, ma preoccupa comunque i residenti lo sciame sismico che da due giorni fa tremare la terra in tutta l’area pedemontana. Alle 22,30 di ieri era stata avvertita una scossa di magnitudo 3,3. Poi, dopo la mezzanotte, le scosse sono state una dozzina.

Sciame sismico con 120 scosse

Da mercoledì sono in totale oltre 120 le scosse, tutte comprese nella zona tra zona tra i paesi di Langhirano, Calestano e Fornovo di Taro. I geologi hanno spiegato che insistono sulla faglia inversa del Monte Bosso e sono dovute a uno spostamento dell’Appennino Emiliano-Romagnolo verso Nord-Est. Intanto altre scosse sismiche sono state registrate dall’Ingv anche  4 km a nord-est di Spoleto, in Umbria. La prima scossa, registrata alle 11.55, è stata la più forte, con magnitudo 3,5, seguita da altre due, alle 11,57 e alle 12,08, rispettivamente di magnitudo 3.1 e 2.3. L’epicentro è collocato a 7-8 km di profondità.

Tutti i precedenti nel parmense

L’area del parmense interessata dalla sequenza in corso, rileva l’Ingv, ha una sismicità storica ben conosciuta e nella quale è possibile riconoscere eventi con caratteristiche simili, anche se hanno avuto magnitudo più elevate. Un terremoto ben documentato è senz’altro quello del 4 marzo 1898, con una magnitudo stimata pari a 5.4, e che produsse effetti fino al grado 7-8 MCS in due località (Mattaletto e Vidiana) e del 7 grado MCS in otto località tra le quali Langhirano. La scossa fu avvertita in gran parte del nord Italia. Si ricorda poi il terremoto del 9 novembre 1983, avvenuto tra Parma e Langhirano, di magnitudo Mw 5.0 e profondità di 18 km, che ha prodotto effetti fino al grado 7 MCS nella città di Parma, e soprattutto quello del 23 dicembre 2008, localizzato poco a Sud-Est della sequenza attuale (zona epicentrale Neviano Degli Arduini), di magnitudo 5.4 e con caratteristiche simili ai terremoti di questi giorni. Infine la sequenza che nel mese di maggio del 2020 ha interessato un’area molto prossima, leggermente più spostata verso Parma, con epicentro a Felino. A partire dal 1 maggio 2020, si verificò, infatti, una sequenza di 73 scosse con magnitudo compresa tra 1.7 e 3.0.

Fenomeno normale in Appennino

Sequenze di questo tipo, sottolinea comunque l’Istituto, sono comuni nell’Appennino settentrionale, così come in molte altre regioni d’Italia. Statisticamente, la maggior parte di esse termina dopo pochi giorni o qualche settimana, ma in alcuni casi possono durare più a lungo, soprattutto nei casi in cui si manifesti un terremoto più forte. L’area interessata dall’attuale sequenza è posta in una fascia a pericolosità sismica media e non è distante dalle zone dell’Appennino settentrionale caratterizzate da pericolosità molto alta, come quelle della Val di Taro e della Garfagnana.

9 Febbraio 2024
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