Danza Roma
4:53 pm, 30 Novembre 23 calendario

L’“antifuga” di Astolfi per Spellbound sulle musiche di Bach

Di: Redazione Metronews
condividi

Da una parte il genio indiscusso di Johann Sebastian Bach; dall’altra l’espressione artistica della danza contemporanea di Spellbound Contemporary Ballet tra fuga e “antifuga”. Dal loro incontro nasce L’arte della fuga, di scena dal 5 al 10 dicembre al Teatro Vascello, da martedì al venerdì alle 21, il sabato alle 19 e la domenica alle 17.

Sul palco, ad eseguire la coreografia firmata da Mauro Astolfi, saliranno Lorenzo Beneventano, Anita Bonavida, Maria Cossu, Mario Laterza, Giuliana Mele, Alessandro Piergentili, Roberto Pontieri, Miriam Raffone e Martina Staltari.

L’Arte della Fuga di Bach

L’Arte della fuga è una delle più emblematiche ed enigmatiche opere di Bach. Un capolavoro che presenta caratteristiche di grande fascino: se, da un lato, è un’opera senza un assetto definitivo in quanto non fu mai terminata dal compositore tedesco, dall’altro questo senso di indeterminatezza è dato anche dall’assenza di indicazione di un organico strumentale specifico per l’esecuzione del lavoro.

Il violoncellista Hans-Eberhard Dentler teorizzò, nel suo libro L’Arte della Fuga, che questa stessa fosse scritta da Bach per visualizzare principi filosofici pitagorici: il vocabolo stesso “fuga” potrebbe essere interpretato come “volo”, inteso tanto in riferimento alle frasi musicali quanto all’ascesa dell’anima a Dio.

Mauro Astolfi e la sua «antifuga» al Teatro Vascello

Dal canto suo, Mauro Astolfi spiega: «Una fuga è fatta ad Arte se nessuno se ne accorge. Se anziché scappare da qualcosa o qualcuno, mi confondo con gli altri, mi vesto come loro, uso le loro parole. Per non farmi trovare non c’è niente di meglio che cambiare le mie abitudini, trovare sempre un muro dove nascondermi e lì incontro sempre qualcun altro che è fuggito da qualcosa».

«La fuga – prosegue il coreografo – può mascherare la realizzazione di un desiderio o forse è l’unico modo consentito di scappare da un mondo che mi crea imbarazzo. La mia fuga, in realtà, è un’antifuga: è una prospettiva. È il mio bisogno di guardare la vita con altri occhi. È importante scappare ogni tanto, mi aiuta ad accendere la luce su qualche “zona” buia, ma non serve per rimuovere o dimenticare la sensazione di quello che sono; infatti, rimarrà all’interno della mia mente per sempre, anche quando la fuga sarà finita. Sono fuggito per essere gentile con me stesso… ora posso tornare dagli altri. Anche loro qualche volta hanno provato il desiderio di andarsene e sparire dal mondo. Sono persone».

Info e prenotazioni: promozioneteatrovascello@gmail.com  – telefono 06 5881021

30 Novembre 2023
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il giornale
Più letto del mondo