Festa del Cinema 2023
9:22 pm, 18 Ottobre 23 calendario
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Cortellesi apre la Festa con “le donne che nessuno ha mai celebrato”

Di: Redazione Metronews
Cortellesi
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«La storia è nata con la voglia di raccontare la vita di quelle donne che nessuno ha mai celebrato». Così Paola Cortellesi che apre la XVIII Festa del Cinema di Roma col suo bel film “C’è ancora domani”. Una storia (scritta con Giulia Calenda e Furio Andreotti), ambientata nella Roma popolare della seconda metà degli Anni ‘40, in bianco e nero.

Cortellesi come una “povera Cenerentola”

Una commedia che riporta alla grande tradizione italiana dove temi importanti (i diritti delle donne, la società patriarcale italiana del dopoguerra, il diverso trattamento economico tra uomini e donne, la rassegnazione) vengono trattati in maniera a volte quasi scanzonata, con elementi grotteschi e dispensando anche risate (spesso amare).

«C’era un’immagine da cui sono partita: uno schiaffone sulla faccia della donna – spiega la regista e attrice romana – che poi si risveglia. E fa le cose quotidiane, come una povera Cenerentola. C’era voglia di raccontare la storia delle mamme, delle nonne che hanno costruito un tessuto sociale di questo Paese e sono sempre state considerate delle nullità. Loro stesse si sono considerate così. Ci sono state anche donne grandi, con una coscienza, che hanno combattuto per i diritti delle donne. Ma poi ci sono donne che nessuno celebra e ricorda che avevano una totale inconsapevolezza, non si rendevano conto delle violenze che subivano. Era stato insegnato loro che non contavano niente ed era normale. Mia nonna donna eccezionale, diceva sempre: “Però, che capisco io?”. Mi piaceva celebrare quelle donne là. Abbiamo attinto ai nostri ricordi personali poi consulenza di Teresa Bertilotti. Perché si inserisce in un momento ben preciso della nostra storia».

Con Valerio Mastandrea

Nel film Valerio Mastandrea è Ivano, un uomo violento e autoritario che comanda nella sua famiglia e picchia la moglie Delia (Cortellesi) perché parla troppo. Suo padre Ottorino (Giorgio Colangeli) è peggio di lui. Nel film ci sono scene di violenza domestica, ma sono trattate in maniera originale: Ivano e Delia ballano e le percosse diventano quasi passi di danza. «Non mi piaceva mostrare l’esito delle violenze, tipo “vediamo quanto je fa male” – spiega la regista – mi piaceva raccontarlo come un rituale, il modo in cui lei si racconta. La realtà c’è, ma nella sua testa va anche via perché lei ricomincia la sua giornata come niente fosse. Come niente fosse – ribadisce – è la cosa più violenta che si può mettere in scena».

Riguardo ai temi trattati la Cortellesi sottolinea che «non c’è nulla di casuale. Io e Giulia (Calenda, ndr) abbiamo sbobinato molti atti processuali dei femminicidi e notato che la dinamica è sempre la stessa: svilire una persona e poi isolarla. Oggi accade questo, ma accadeva anche allora, magari senza esiti così tragici. I passi avanti su questo punto sono stati fatti, ci sono le leggi, ma il problema è ancora serio. Cose che ci sembrano così lontane hanno invece fortissime radici nella vita di molte donne e nella percezione che molte hanno di sé», dice l’attrice.

Tra uomo e donna

Riguardo alla differenza di trattamento economico sul lavoro per uomini e donne, la Cortellesi racconta: «Qualche anno fa ho sentito commenti sul mio contratto: “ottimo, per essere una donna”. E’ un dato di fatto nel mio mestiere ho avuto grandi opportunità, ma chi ne ha meno, a parità di competenze, non riceve lo stesso trattamento. Su questo tema con Furio (Andreotti, ndr) e Giulia abbiamo scritto anni fa “Scusate se esisto”» conclude.

18 Ottobre 2023
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