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1:52 pm, 30 Settembre 23 calendario

“Trattenere è illegittimo”: il giudice demolisce il decreto, accolto il ricorso di un migrante. Ira FdI, il Viminale impugnerà

Di: Redazione Metronews
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Trattenere chi chiede protezione senza effettuare una valutazione su base individuale e chiedendo una garanzia economica come alternativa alla detenzione è illegittimo.

Lo afferma il Tribunale di Catania alla luce della giurisprudenza e della normativa nazionale e dell’art. 10 della Costituzione. Il tribunale di Catania ha quindi accolto il ricorso di un migrante, sbarcato a metà settembre a Lampedusa e poi portato nel nuovo centro di Pozzallo.

Il decreto e i migranti

Il 29 settembre 2023 presso la Sezione Specializzata del Tribunale di Catania si sono tenute le prime udienze di convalida di richiedenti asilo trattenuti nel nuovo Centro per il trattenimento dei richiedenti asilo di Pozzallo alla luce delle disposizioni del Decreto ministeriale del 14 settembre 2023 che prevedono il trattenimento dei cittadini stranieri provenienti da Paesi cosiddetti sicuri che chiedono protezione internazionale se non presentano personalmente una garanzia finanziaria di 4.938 euro.

In questa sede la giudice non ha convalidato il trattenimento di un cittadino tunisino, ritenendolo illegittimo alla luce del diritto comunitario e della Costituzione italiana. «Si tratta di una delle prime applicazioni delle norme introdotte in Italia nei giorni scorsi, di cui viene confermata la mancata coerenza ai principi statuiti dalla nostra Costituzione e dalla Direttiva Ue 2013, come già denunciato dall’Asgi e da diverse associazioni ed esponenti della società civile», afferma l’Associazione studi giuridici.

Il provvedimento

«Non convalida il provvedimento con il quale è stato disposto il trattenimento, emesso dal questore della provincia di Ragusa il giorno 28/09/2023» e «dispone l’immediato rilascio». Il giudice Iolanda Apostolico presso il Tribunale ordinario di Catania, sezione Immigrazione, non ha convalidato il trattenimento di uno dei cittadini tunisini trasferiti il 27 settembre al centro di trattenimento di Modica. Il giudice, in premessa considera che «il richiedente non può essere trattenuto al solo fine di esaminare la sua domanda (rt.6 comma 1 d.lgs 142/2015; art.8 della direttiva 2013/33/UE); che il trattenimento deve considerarsi misura eccezionale e limitativa della libertà personale, ex art.13 della Costituzione». Una fitta giurisprudenza citata dal giudice nel dispositivo, prende le mosse dalla sentenza dell’8 novembre del 2022 della Corte di giustizia dell’Unione europea e dagli articoli 8 e 9 della direttiva 2013/33/Ue.

Il Governo impugnerà

Il ministero dell’Interno impugnerà il provvedimento del Tribunale di Catania che ha negato la convalida del trattenimento di un migrante irregolare: la fondatezza dei richiami giuridici contenuti nel provvedimento sarà quindi sottoposta al vaglio di altro giudice.

La procedura accelerata di frontiera, si osserva, è uno degli aspetti che, già contenuto nella direttiva europea 2013/33/Ue, trova oggi l’unanime consenso dei Paesi europei nell’ambito del costruendo nuovo Patto per le migrazioni e l’asilo e che il Governo italiano ha disciplinato nel decreto Cutro. Peraltro relativamente a due dei provvedimenti di non convalida del trattenimento, si tratta di due cittadini tunisini destinatari di provvedimenti di espulsioni già eseguiti (ciò nonostante rientrati nel territorio italiano) che nel corso dell’udienza per la convalida hanno invocato in un caso la protezione per la necessità di “fuggire perché perseguitato per caratteristiche fisiche che i cercatori d’oro del suo Paese, secondo credenze locali, ritengono favorevoli delle loro attività (particolari linee della mano)”, nell’altro “per dissidi con i familiari della sua ragazza i quali volevano ucciderlo ritenendolo responsabile del decesso di quest’ultima”.

FdI: “Sdegno”

«Muove più sdegno che sorpresa la notizia dell’avvenuto annullamento del trattenimento del primo immigrato dal centro di Pozzallo – afferma il capogruppo di FdI alla Camera, Tommaso Foti – Dopo il fermo disposto dal questore di Ragusa, infatti, secondo quanto riportato dai media, la decisione non risulterebbe confermata dal giudice adito, secondo il quale il decreto del governo – che dispone il trattenimento dei richiedenti asilo che provengono dai cosiddetti Paesi sicuri in attesa dell’esito della procedura di frontiera accelerata, con relativa cauzione di 5mila euro per rimanere in libertà – sarebbe illegittimo e in contrasto con la superiore normativa europea. Al riguardo, occorre rilevare che, trattandosi di normativa promanante da un decreto legge, al giudice compete di rispettare il dettato costituzionale, segnatamente l’articolo 101».

Poi Foti aggiunge: «Non solo, proprio il Consiglio dei ministri si era mosso nella linea espressa dal Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, che aveva ribadito ‘decidiamo noi chi entra in Europa, non lo decidono i trafficanti di esseri umanì. Non ci si può esimere dal notare come a fronte delle decisioni del governo Meloni di regolare un fenomeno di portata europea quale quello dell’immigrazione, si contrappongano decisioni del tutto irragionevoli in punto di diritto», conclude.

«Il tribunale di Catania, non convalidando il trattenimento dei quattro tunisini soggetti alle nuove procedure accelerate di frontiera disposte dal governo, ha assunto delle decisioni politiche e ideologiche – dichiara la deputata di FdI, Sara Kelany, responsabile del dipartimento immigrazione – Le ordinanze appaiono infatti poco ancorate al quadro normativo vigente e immagino che saranno impugnate dall’avvocatura dello Stato. Spiace dover constatare come ancora una volta si pieghi il diritto all’ideologia. Le sentenze sconfessano non solo e non tanto il decreto del governo, ma la normativa europea su cui il decreto poggia e che consente l’attivazione di queste procedure secondo i criteri che sono stati pedissequamente rispettati dalla normativa italiana. Purtroppo, come già accaduto in passato, mentre il Governo lavora per fermare l’immigrazione illegale di massa e la tratta di esseri umani, una parte della magistratura ideologizzata fa di tutto per ostacolarlo».

30 Settembre 2023
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