caso orlandi
4:54 pm, 11 Luglio 23 calendario

Natalina Orlandi: “Nessuno stupro da mio zio, solo avance verbali”

Di: Redazione Metronews
Nessuno stupro
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«Nessuno stupro da mio zio, solo avance verbali, qualche regalino. Ed è stato tutto lì, quando si è reso conto che non c’era nulla da fare, è finito lì. Mi sorprende che questa storia sia uscita, e per giunta era storia chiusa». Così Natalina Orlandi, sorella di Emanuela, durante la conferenza stampa con il fratello Pietro e con l’avvocato Laura Sgrò nella sede della Stampa estera dopo le notizie diffuse ieri sera dal Tg La7 e smentite dalla famiglia Orlandi circa il presunto stupro da parte dello zio Mario Meneguzzi, forte anche dell’archiviazione del fatto a suo tempo da parte della Procura romana. L’episodio in questione risale al 1978, quando Natalina aveva 21 anni, «e io ne ho parlato solo al mio fidanzato Andrea, poi diventato mio marito, e al mio assistente spirituale in confessione».

“Nessuno stupro, solo avance”

Natalina ha aggiunto che nel 1983, nel corso delle indagini della Procura romana sulla scomparsa di Emanuela, «una pattuglia dei carabinieri mi prelevò e mi portò dal dottor Sica (il magistrato che si occupava del caso), sono stata interrogata come se fossi una colpevole e mi è stato chiesto se fosse vera quella storia e io ho risposto di sì e che la cosa era finita lì». La donna ha aggiunto che quel comportamento dello zio «era stato uno scivolone, forse di un uomo 50enne». «Tra l’altro lo zio era fuori Roma il giorno della scomparsa di Emanuela – ha poi precisato Pietro Orlandi – quando ho visto ieri Mentana con occhi gioiosi raccontare questa cosa ho pensato per prima cosa “che carognata..”, perchè ho visto il modo di scaricare sulla famiglia qualunque responsabilità che eventualmente ci fosse in Vaticano. Su cosa si sono basati? Sulla lettera di un sacerdote che riportava quanto saputo durante il sacramento della confessione? Mi aspetto dichiarazioni da parte della procura di Roma, diversamente significherebbe dire che il Vaticano sta cercando di scaricare ogni responsabilità su altri, addirittura sulla stessa famiglia Orlandi».

“Speriamo nella commissione d’inchiesta”

«Aver visto ieri sera associare il viso di mio zio Mario all’identikit, mi ha dato molto fastidio – ha proseguito Pietro Orlandi – è stata una cosa molto grave. Mai avrei pensato che potessero scendere così in basso, eppure sono scesi così in basso. Qualcuno in Vaticano sta facendo di tutto per spostare l’attenzione all’esterno, per scaricare qualunque responsabilità su altri, addirittura sulla famiglia. Diddi sta lavorando per arrivare a una verità di comodo, non alla verità. Vorrei incontrare Papa Francesco in privato e dirgli delle carogne che gli girano intorno. Sono convinto – ha concluso Pietro – che se la commissione d’inchiesta parlamentare parte poi la verità esce fuori. Per il Vaticano è sempre stato facile gestire la procura di Roma, molto più difficile è gestire una commissione parlamentare composta da 40 persone per questo non la vogliono. Ho fiducia in questo Parlamento e in questo governo, che ha volontà di fare chiarezza su tutto».

11 Luglio 2023
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