Siccità
4:12 pm, 26 Giugno 23 calendario

Nei prossimi dieci anni corsa ai desalinizzatori per combattere la siccità

Di: Redazione Metronews
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«Nei prossimi 10 anni l’Italia dovrà lavorare per desalinizzare l’acqua marina e migliorare l’efficienza delle reti idriche, perchè dalle montagne alla pianura padana arriva sempre meno acqua pulita». Così Luca Dal Fabbro, presidente di Iren, nel convegno Mission Charter «Restore our Ocean and Waters by 2030», organizzato in occasione della Ocean Race Genova Grand Finale  rilancia, in un’Italia sempre più simile al modello Dubai dal punto di vista della gestione delle risorse idriche,  la necessità di impianti di desalinizzazione, al momento pochissimi in Italia per far fronte alla siccità.

Desalinizzatori contro la siccità

Al convegno hanno preso parte – tra gli altri – anche il viceministro ai Trasporti e Infrastrutture, Edoardo Rixi, l’europarlamentare Marco Campomenosi e il sindaco di Genova, Marco Bucci  che sul realizzare un impianto desalinizzatore a Genova punta molto. E non solo: «Abbiamo fatto partire un progetto che riguarda il recupero dell’acqua dai depuratori: mettiamo in mare acqua pulita dolce. Se fossimo in grado di portare quell’acqua con una pipeline direttamente in pianura padana, faremmo un grande servizio. Noi possiamo portare 50 mln di metri cubi e, se a questi associamo altri 50 mln di metri cubi di acqua salata attraverso il dissalatore, potremmo portare 100 mln di metri cubi in pianura padana». Secondo Bucci  «se pensate che tutte le grandi città sul mare potrebbero fare un lavoro di questo tipo, potremmo risolvere completamente il problema della siccità e fare in modo che non si debbano aspettare i capricci atmosferici per gestire quello che è il futuro della nazione e della popolazione».  Non dobbiamo aver paura degli effetti collaterali del dissalatore, come la salamoia, perché oggi ci sono tecnologie che non solo consentono di disperdere la salamoia in modo intelligente, senza fare danni, ma addirittura di concentrare la salamoia, fino ad ottenere il prodotto solido, da cui poi si ottiene l’acqua dolce. Il prodotto solido, cioè il sale, ci serve per le strade d’inverno, per le industrie, per tantissimi usi: invece di comprarlo in giro, lo autoproduciamo.  Al governo questa cosa piace molto: ho mandato i progetti sia al ministro Lollobrigida che al ministro Fitto e, ambedue, stanno lavorando per ottenere un sostegno importante».

Oltre ai piccoli dissalatori già esistenti nelle piccole isole come Lampedusa o Pantelleria il dissalatore più grande d’Italia verrà costruito a Taranto: si tratta di un investimento di 100 milioni di euro che beneficerà dei fondi del PNRR e che si prevede sarà completato entro il 2026. Il dissalatore di Taranto tratterà 1.000 litri di acqua al secondo, producendo ogni giorno l’equivalente del fabbisogno idrico di 385.000 persone.  Oltre a quello di Genova l’altra proposta  arriva dalle Marche, dove il vicepresidente del Consiglio Regionale Andrea Biancani ha posto un’interrogazione sulla possibilità di installare un dissalatore nella provincia di Pesaro-Urbino.

26 Giugno 2023
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